domenica 6 novembre 2011

Pensa bene a quello che desideri, perchè potrebbe avverarsi! Un piccolo segreto

Ho sempre pensato che all'origine della maggior parte dei blog ci sia un desiderio di comunicare represso, l'impossibilità di trovare, nella vita reale, qualcuno che ti possa capire. Anche per me è stato più o meno così.


Nel momento stesso in cui ho deciso di trasferirmi da Mr Owl è iniziata un'infinita montagna russa emotiva che mi ha spiazzata. Che ci crediate o no, nei lunghi mesi in cui ho desiderato andare a convivere vedevo solo i lati positivi del trasferimento. Mi faceva sorridere anche l'idea di andare a fare la spesa, cucinare insieme, caricare una lavatrice per due e tutte le faccende domestiche che in genere nauseano al solo pensiero. Non una volta mi era passato per la mente che lasciare il nido dei miei genitori, la casa dove avevo abitato per oltre vent'anni e che amavo come se fosse un membro della famiglia, sarebbe stato così difficile. L'avrei imparato presto.
L'ultima notte trascorsa nella mia camera (che ad essere precisi era un appartamento in casa dei miei) è stato un concentrato di emozioni a tinte forti. Ho pianto mentre imballavo le mie cose, mentre smantellavo e dicevo addio alle mura che avevo scelto, decorato, personalizzato e che avevano racchiuso il mio piccolo mondo personale per tanto tempo. 
Per scaramanzia e per la mia abitudine di affrontare i cambiamenti "a piccoli passi", ho voluto portare nel nuovo nido solo l'indispendabile - che era comunque un bel po' di roba. Il weekend in cui ho traslocato pioveva a dirotto, proprio come oggi, ma faceva molto più freddo. Mi sembrava di espatriare anche se mi spostavo solo di una quindicina di chilometri, ma dalla campagna al centro storico il cambiamento è grande. Ero abituata a vivere in una casa piena di finestre e vetrate, inondata di luce, circondata dal verde e immersa nel silenzio. Piombavo nel cuore della città, in una casa che non era mia, che non avevo scelto e che era già arredata (Mr Owl ci viveva già da 4 anni da solo). Il palazzo antico metteva un po' di soggezione con i suoi soffitti altissimi, lo scalone di marmo, i secoli di storia che trasudano da ogni parete. Non avevo un balcone e non potevo portare con me il mio gatto nè pensare di prenderne uno nuovo, perchè Mr Owl è allergico. 
Ogni volta che tornavo dal lavoro mi veniva da piangere, perchè entravo in un appartamento buio e solitario e automaticamente pensavo al mio vecchio nido, dove sicuramente i camini erano già accesi, mamma pettirosso stava preparando la cena, il gatto ronfava sul divano e una miriade di candele brillavano davanti alle finestre per darmi il benvenuto. 
La malinconia era così forte che m'impediva di godere della convivenza. Ma peggio ancora era il fatto che nessuno mi capisse. Ricordo di essermi aperta con una collega che si era trasferita durante l'estate, sperando ardentemente che anche per lei il cambiamento fosse difficile, ma mi rispose che non se n'era neanche accorta, lasciandomi basita e mortificata: il problema esisteva solo per me, anzi ero io, con la mia ipersensibilità e la mia difficoltà ad affrontare i cambiamenti. 
Ho iniziato allora a setacciare la rete, cercando disperatamente qualcuno che condividesse la mia "malattia segreta", la "nostalgia post-trasloco". Niente. Ecco perchè ho solidarizzato con bloggers con cui apparentemente non avevo nulla in comune. Ad esempio le neo mamme disperate che negli ultimi anni affollano la rete: mutatis mutandis, capivo perfettamente il loro senso d'inadeguatezza che nasce dal sentirsi a terra proprio nel momento in cui il mondo si aspetta un entusiasmo alle stelle. Oppure con chi non può avere figli e li desidera tanto: ancora una volta, io capivo il loro dolore ogni volta che vedevano una mamma con un passeggino. Solo che a me capitava quando incontravo qualcuno che portava a passeggio il suo cane. Va da sè che era un'empatia tenuta ben nascosta: confessare loro che lo struggimento per un figlio che non viene ti ricorda il dolore per il cucciolo che non puoi avere suonerebbe come una bestemmia. E anche la depressione post parto è un problema reale, mica come la nostalgia post trasloco. Che roba è? Non si è mai sentita in giro, è una "balla", una stranezza che viene liquidata con un "Ma non l'hai scelto tu di andare a convivere?" oppure "Se non sei felice torna dai tuoi". 
Poi, quando le cose hanno iniziato ad andare meglio, quando ho acquisito abitudini nuove, diverse dalle precedenti ma altrettanto rassicuranti, quando ho cominciato a sentirmi a casa nel nuovo nido, allora è arrivata la voglia di parlarne, di condividere i lati positivi di questa nuova avventura. Tipico: non amo parlare dei miei problemi finchè non sono superati ;) Quando ho aperto il blog non sono riuscita a scrivere più di alcuni vaghi accenni nel mio profilo. Stasera ho deciso di essere sincera e rivelarvi questo piccolo segreto. Perchè proprio adesso? Perchè tra oggi e domani festeggiamo due anni di convivenza nel nido :)
E adesso essere qui mentre fuori piove, con un bel tè davanti al portatile mentre Mr Owl è di là che suona mi sembra proprio casa :))

27 commenti:

  1. e allora tanti tanti auguri per i festeggiamenti dei due anni di convivenza.

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  2. Bellissimo. Ti auguro tanta felicità nel tuo (nuovo) nido, perché te la meriti e perché sei una persona dolce e sensibile.

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  3. Robin, sei stata una delle mie prime followers, eppure per tanto tempo sei stata lì in silenzio senza commentare, forse l'hai fatto solo una volta, timidamente. Nel frattempo ho cominciato a leggere il tuo blog e ho imparato a conoscerti, sei sempre molto riservata, forse sei un pò il contrario degli altri bloggers che seguo e che sono molto più irruenti nel loro modo di scrivere, forse come me, non saprei. Il tuo primo post sulle vacanze è stato così... accorto, rispettoso, antiesibizionistico, che ho pensato tu fossi una persona riservata, dolce e sensibile, come ha detto ladeakali. E ora questo racconto del primo volo via dal nido. E' bello che tu ne parli, e che tu stessa riconosca di essere una persona che ha bisogno di tempo per adattarsi ai cambiamenti. Mi fai grande tenerezza quando ti esponi così, eppure lo fai con un grande senso della misura. Buon anniversario, dolce Robin! Un abbraccio

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  4. Auguri per i tuoi anni di convivenza e soprattutto per il tuo nido...

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  5. Io andai a vivere a casa del dr a 25 anni e poco più, neolaureata, ancora senza lavoro, senza una lira. Dissi ai miei il lunedì sera che il mercoledì mattina sarei andata al lavoro con una valigia, per poi andare in un'altra casa dopo il lavoro. Mio padre non mi parlò per mesi. Entrata in quella casa, fui felice,anche di non avere un divano o una libreria - il dr ci era appena andato ad abitare -, felice di un nuovo mazzo di chiavi in tasca, felice di pulire i pavimenti se occorreva, e di fare la spesa. Dopo vari anni me ne andai, ruppi col dr, e cambiai casa. Andai in centro, in un quartieri fico, con un'amica. Mi si apriva una vita gggiovane e allegra come forse era più adatta alla mia età - forse 27, ma la casa nuova mi pareva una matrigna cattiva, e non riuscivo a dormirci. Anni dopo, di nuovo, tornai nella casa del dr, e la prima mattina che mi ci svegliai di nuovo mi sentii finalmente, di nuovo, a casa. Andare via da lì, con un figlio e una pancia, è stata dura.
    Credo però che tu abbia faticato perchè hai un bel rapporto con i tuoi genitori, e questa è una cosa bellissima. Io non l'avevo, e per me uscire da casa era una necessità stringente. Quindi non sentirti per nulla inadeguata!

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  6. Allora buon anniversario Robin. Questo è bellissimo post davvero.
    Sono contenta di conoscerti :-)

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  7. ma che bello questo post, i tuoi genitori devono essere splendidi.Io invece sono sccappata da mia madre!!! Buon anniversario,Anto

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  8. io ho lasciato casa dei miei per sposarmi e ho sofferto tantissimo. Paradossalmente mi ha aiutata mio marito che avrebbe anche potuto innervosirsi vedendomi piangere in ascensore la sera dopo le nozze, mentre salutavo i miei, che eravamo andati a trovare. Siamo a un km e mezzo. Ho trovato in un'amica di vecchia data la persona giusta per parlare di questo problema, che aveva vissuto anche lei anni prima. Quindi ti capisco molto bene. Ci vuole un po' perchè la casa nuova diventi la CASA. Io per dire sotto CASA nella rubrica del cell. ho casa dei miei!!! Il fisso di casa mia è sotto SPITI che è casa in greco, perchè mio marito è x tre quarti greco e un po' di grecia nella nostra spiti si respira. baciotti ILARIA FROLLINI A COLAZIONE

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  9. Che bel post :)
    Io sono andata a convivere un po' per caso, nel senso che dormivo dal MioAmore nei weekend (24 anni, dovevo ancora laurearmi), i miei sono andati per un periodo in Toscana da mia nonna che non stava bene, e non potendo andare con loro mi sono gradatamente trasferita da lui. Dopo un mese mi ha chiesto di sposarlo, era il "nostro" momento che adesso è ancora più felice.
    Un abbraccio e buon anniversario (era novembre anche per noi, il 13!)

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  10. Che bel post!!! Non sai quanto ti capisco.. Per me è stato durissimo il trasferimento quando mi sono sposata.. per circa due anni sono stata spaesata, come su altro pianeta lontano 60km. I miei mi mancavano tantissimo!!! Poi piano piano tutto è diventato la normalità.. Ma è solo grazie al blog che ho ritrovato la serenità e persone con le quali posso parlare liberamente di tutto.

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  11. quante cose ognuno di noi si tiene dentro.
    è così sbagliato eppure così vero.
    è brutto quando ti senti "incompresa" e sola perfino qua nel mondoblog.

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  12. evviva! a testimonianza che, nei momenti duri, bisogna solo stringere i denti...

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  13. Grazie a tutte per gli auguri e per le vostre parole! E' stato bello leggere i vostri commenti tutti in una volta :)

    Lucy - è così buffo vedere che da un semplice blog, che a me sembra in tutto e per tutto uguale agli altri, traspaia tanto di me! In effetti mi piace muovermi in punta di piedi, anche qui :)

    MP - in effetti penso anche io che il rapporto con i genitori sia fondamentale nel momento in cui si esce di casa. Conosco persone che fremevano per andarsene, hanno colto al volo la prima occasione e sono rinate. In genere sono quelle che non hanno minimamente risentito del cambiamento. Per quel che mi riguarda, adoravo casa mia e con i miei mi trovavo benissimo, quindi la mancanza è stata forte. Eppure preferisco che sia andata così: proprio per la sofferenza che ha comportato è un gesto che vale più di quello di chi è "scappato di casa"

    Owl - awwww, grazie *^_^* Anche io sono contenta di conoscere te e tutte voi

    Anto - beh, ogni tanto sono anche un po' pesi ma sì, sono dei genitori spendidi :)

    Ilaria - anche io sulla rubrica del cellulare alla voce "casa" ho il vecchio numero ;)

    Mafalda - allora buon anniversario anche a te, fra un po' ci siamo!

    Emily - che brava che sei stata... Non so come avrei fatto a trasferirmi tanto lontano!

    LaFranciulla - in realtà ho provato timidamente a confrontarmi con altre ragazze che erano uscite di casa più o meno nello stesso periodo, ma visto che per loro sembrava tutto meraviglioso e perfetto ho smesso: mi faceva sentire ancora peggio! O_o

    Economista - ciao e benvenuta! Assolutamente sì, ma bisogna anche lavorare sulle situazioni che ci fanno star male sforzandosi di non essere passivi: purtroppo i problemi non si risolvono da soli :S

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  14. Ognuno ha tempi diversi per adattarsi alle nuove situazioni :) sono contenta che ora la consideri CASA, significa che Mr. Owl è la tua nuova famiglia a tutti gli effetti...comunque il lato positivo della tua tristezza è che il legame con i tuoi genitori era saldo, e lo è tuttora, solo che probabilmente hai realizzato che ora ne hai una tua di famiglia (anche se siete in due, siete comunque una famiglia). Io invece sono stata contenta di avere un appartamento nostro (mio e del marito), di andare fuori casa (ma la mia situaz familiare non era la migliore in quel periodo)..però quando torno a casa dei miei, un po' di magone c'è, ci sono così tanti ricordi tra quelle mura!Sono comunque CASE tutte e due :)

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  15. Il post a lieto fine dona tanto calore al cuore. Piano piano ci si abitua ai cambiamenti.. ^_^
    baci

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  16. Tantissimi auguri allora :) ! L'importante è che ora tu la senta casa, non importa quanto hai impiegato per abituartim:) ! A me nella nostra prima casa da sposati...mancava il parquet per terra che avevo prima figurati un pò ;) ! Per il resto però io adoro i cambiamenti...sarà per questo che ogni tanto sposto tutti i mobili?! E questa cosa l'ho passata al cucciolo più grande (4 anni) che proprio l'altro giorno mi ha guardato con una faccina furba e mi ha detto "mamma?...spostiamo i mobili?" ! ...accidenti ancora devo provare a fare gli zuccherini (a proposito, quanta acqua ci vuole?) , maledetta febbre! Vabbè che commento km eterico! Un abbraccio

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  17. Lisa: ah beh, certo che la vecchia casa continuo ancora a considerarla "casa"!! ;)

    Alememe: eh sì, cambiare le abitudini richiede tempo... e per una come me ci vuole più tempo del normale credo ^^'

    LaCasettadelleIdee: non ti dico quante cose mancavano a me nei primi tempi!! Anche io avevo nostalgia del legno per terra, ma soprattutto della bella veranda che avevo in camera... Ogni tanto affondavo anche il viso in un cuscino che mi ero portata per cercare l'odore di casa!

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  18. che carino questo post..buon anniversario allora:-D

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  19. Ho letto questo post dopo quello di oggi, mi sa che il tuo umore si è un pò guastato... comunque se ti può consolare, io avrei vissuto ancora peggio il trasferimento campagna-città (con divieto di gatti per giunta, anche se naturalmente non si può fare diversamente), ma sono convinta che dipenda davvero solo dalla sensibilità personale... c'è gente che vivrebbe bene ovunque, indifferente alle differenze tra un monolocale in cima a un grattacielo e una baita in montagna... io non sarei certo tra queste, dunque penso di capirti bene quando racconti dei lati traumatici del cambiamento.

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  20. P.s. Naturalmente buon anniversario!!! :-)

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  21. Bellissimo! è molto bello come racconti le tue emozioni :) Mi somigli un po', credo, almeno da quello che ho captato leggendo il tuo post: anch'io vado in crisi davanti ai cambiamenti, è non ti nascondo che se da un lato l'idea di volare verso un nido tutto mio mi attira e lo desidero, dall'altra penso alla mia stanza vuota, ai miei genitori che si svegliano senza di me...e lo stomaco si chiude. Ma succederà, cambierà, mi ci abituerò e sarò felice...anche se sembra impossibile. Per quanto riguarda l'esigenza di comunicare attraverso il blog è proprio come dici, almeno per me: il mio l'ho aperto in un momento in cui mi sentivo molto sola ma molto viva, con molte cose da raccontare e condividere. E se non potevo farlo con persone vicine faccia a faccia pazienza,magari a qualcuno davanti al proprio pc sarebbero interessate le mie chiacchiere...
    Tanti auguri! :)

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  22. Silvia: veramente, viverla peggio di me è dura... Ci resta solo il reparto diagnosi e cura ;D

    Natadimarzo: eh, se capisco lo stomaco che si chiude!! Diciamo che se quando lascerai il nido dei tuoi genitori avrai bisogno di sfogarti con qualcuno che capisce cosa stai vivendo saprai dove trovarlo! ;)

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  23. Mi hai riportata indietro al '97 quando da un piccolissimo paesino della Campania mi son trasferita sposina a La Spezia... non potevo più alzarmi all'alba a guardare il Vesuvio lontano un'ora ma ben visibile, il castello dove da ragazzina facevo Pasquetta, i monti Latini dietro casa... sono rimasta giorni e giorni senza uscire se non che fare 4passi per andare a prendere il pane col marito quando rientrava da lavoro alle 17-18. Eravamo in una vecchia casa in affitto ammobiliato... convivevamo con le tarme del legno in salotto e un formicaio (che poi scovai avere la base in corridoio)... ci ho messo 3anni per metabolizzare la nuova condizione. E dopo 8 che abbiamo lasciato quella casa ci abbiamo lasciato il cuore lì. E ora che da 6anni abbiamo preso casa ancora più in centro... la metabolizzazione non è a buon punto. Eh, sì, ipesensibile anche io!

    Auguri per l'anniversario!

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  24. Io ho delle amiche a cui era successa la stessa cosa!
    addirittura piangevano tutti i giorni davanti al povero fidanzato!

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  25. ti scopro solo oggi.. e leggendoti mi è parso di leggere la mia storia. solo una cosa è diversa: nel mio caso non è un gatto ma un cane. Buona fortuna
    Crissy

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  26. ma questo post me l'ero perso? oh come ti capisco, condivido ogni parola... solo che a me è successo dopo il matrimonio e sta RIsuccedendo qui ad Abu Dhabi...

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  27. Oh guarda guarda, allora non sono la sola! E' molto confortante non sentirsi "strani" :))

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