giovedì 29 dicembre 2011

Peccati natalizi

Puff puff, pant pant... Come? Non siete tutte in palestra per arginare i danni della maior sbafatio degli ultimi giorni? Ah beh, allora posso anche risparmiarmi le finte ;D Ovviamente io sono al lavoro, con l'illustre deretano sulla sedia (di nuovo!) ma almeno mi faccio 10' di pedalatina casa-ufficio. Sempre meglio della media dei giorni scorsi, veramente vergognosa: quest'anno è saltata anche la camminata della salute di Santo Stefano, causa orda barbarica di amici che hanno messo le tende nel nido da pomeriggio a notte.

La sera di Natale ho avuto l'ardire di guardarmi di profilo allo specchio e ho preso paura O_o Com'è che tutto in un colpo mi scopro più grande, flaccida e cadente?? Com'è che nel lasso di uno sguardo sento tutti gli effetti dei 32 anni che stanno per arrivare a grandi passi? Non è stato un bel momento (questo non mi ha impedito di scofanarmi metà stracchino della duchessa il giorno dopo, sia chiaro)

Eppure

Ieri mattina ho preso il coraggio a quattro mani e sono salita sulla bilancia. Era da ottobre che la evitavo: ogni lunedì (il giorno della pesatura) io e Lei ci guardavamo in cagnesco, come due duellanti di Mezzogiorno di fuoco, poi io mi ritiravo con la coda fra le gambe. Invece ieri mi sentivo forte dello scampato coma diabetico e ho voluto conoscere il verdetto a chiari numeri, volevo sapere quante serate a minestrone mi aspettavano e... Magia! Sono ingrassata solo di 1kg!! Ragazze, questo è un M.I.R.A.C.O.L.O!

A questo punto mi vergogno un po' meno nel mostrarvi il nostro menù di Natale (astenersi dal cliccare se siete deboli di stomaco)

sabato 24 dicembre 2011

Una cartolina di Natale per tutte voi

La Vigilia di Natale è sempre un momento magico. Lo era quando, da bambina, aspettavo trepidante l'arrivo di Babbo Natale, ma lo è anche adesso, quando m'incanto davanti alle lucine dell'albero e aspetto alla finestra che scendano i primi fiocchi di neve (che matematicamente non arrivano, ovviamente :( )

Le difficoltà della vita, i problemi sul lavoro, le liti familiari, i sogni infranti, le aspettative deluse, l'instabilità e le paure minano la nostra serenità ma almeno in questo periodo spero che possiate trascorrere qualche giorno in pace, insieme alle persone che amate di più. Questo per me è il senso del Natale: il calore degli affetti e l'attesa della luce che, dopo il solstizio, è giorno dopo giorno più vicina.

Avrei voluto mandare questa cartolina a tutte voi, ma siete tantissime e il servizio non è gratuito ^^' Quindi facciamo così: cliccate sul link e fate finta che vi sia arrivata dritta dritta nella vostra casella di posta, ok? Dopo tutto, il pettirosso c'è ;)

venerdì 23 dicembre 2011

Quando il virus ci mette lo zampino...

Eccomi qui alle 20.30 del 23 dicembre: in pigiama, appena uscita dalla doccia, che mi scaldo un minestrone purificante mentre Mr Owl si prepara per andare al tradizionale glamour party di amici a cui ho rifiutato di accompagnarlo. Avrei almeno dovuto farmi una piega decente per il weekend, invece niente, ho il tipico fungo atomico di quando lascio che i capelli si asciughino naturalmente, in tutto il loro crespo splendore.
Davvero non ce la posso fare. Il mio sogno proibito per stasera è leggere un po' davanti al camino e fare le 11.00 massimo... Woohhooooo, che botta di vita eh? Se avete qualche amico neogenitore che rimpiange la vita sociale dei trentenni senza figli fatelo passare pure di qua che l'invidia gli passa in un attimo ^^'

Sono tornata triturata, macinata, tramvata dalla trasferta: due giorni a spasso per l'Appennino tosco-emiliano, scavallando allegramente e ripetutamente il confine tra Emilia, Toscana e Liguria per battere ogni strada secondaria e valico di montagna. Ho capito perchè al colloquio mi era stato chiesto se soffrivo il mal di macchina ;) Direi che era un requisito fondamentale per ottenere questo lavoro, insieme a una certa padronanza dell'arte di "dormire a comando": tipo abbiamo davanti dieci minuti di macchina in cui non ci sono telefonate nè email da scrivere, beh, sfruttali dormendo, perchè stanotte andremo a letto tardi (come se il sonno si potesse accumulare in una gobba da cammello!)

Comunque, al di là della stanchezza, sono stati due giorni piacevoli. Ho visto la prima neve dell'anno (era ora!), sono stata lontano da telefono e computer e ho mangiato pesce sulla marina di Rio Maggiore - all'aperto perchè faceva più mossa, anche se io avevo la sciarpa fino alle orecchie (ma si sa che sono fuori moda da quando son nata)

Il mio capo è molto carino e anche la mia collega (che sto ancora studiando) è stata in generale simpatica. Certo, ci sono stati momenti in cui mi sono sentita un po' un'aliena, come ad esempio quando la mia collega si lamentava del fatto che due eventi storici, a cui ha sempre partecipato, quest'anno si tengano nella stessa settimana: continuava a sottolineare il suo cruccio per l'impossibilità di presenziare ad entrambi e a chiedere aiuto al capo su cosa scegliere. Io non avrei avuto dubbi: trattandosi di un fine settimana, avrei desiderato ardentemente di NON andare nè a uno nè all'altro ;D
Se qualcuna pensa che volesse solo fare bella figura davanti al capo, temo proprio di dovervi deludere: era proprio sincera! Da lì è partito il mio studio silenzioso, una specie di indagine antropologica della "collega che vive per il lavoro". Cosa c'è alla base? Dedizione? Autentica passione? Insicurezza? Un estremo senso del dovere? Una vita di mer*a? Una cotta per il capo? Semplicemente il fatto che sia una dipendente più brava di me? Un po' di tutto questo?
Sto ancora studiando il caso, ma un episodio in particolare mi ha dato molti spunti di riflessione. In macchina (ovviamente: ci abbiamo messo radici su quei sedili) capo e collega parlano di un tale che è appena stato licenziato anche se è molto bravo. Il capo vorrebbe aiutarlo nella ricerca di un nuovo lavoro ma salta fuori che tizio è "molto stanziale", detto come se fosse una nuova malattia rara. Il capo racconta alla collega di come un impiego che gli era stato proposto prevedesse di stare una settimana in Italia, una in Europa dell'est e una in Africa. La collega prima lo guarda come per dire "Wow!" poi scuote la testa sospirando "Sì, ma lui non sarebbe mai adatto", di nuovo, come se parlasse di una menomazione che impedisce al povero tizio di esprimersi in una normale performance lavorativa. Da lì parte una discussione tra i due su come, "si spera", da questa brutta esperienza tizio imparerà ad adattarsi, anzi a svegliarsi, perchè "al giorno d'oggi non si può mica dormire, bisogna essere disponibili, sul pezzo, senza tante balle". Insomma, come se una persona non avesse il diritto di scegliersi una vita stanziale, di preferire un impiego in ufficio a un lavoro da nomade. Ancora peggio, come se l'unica dote che un lavoratore possa avere sia 'sta benedetta flessibilità. Dove sono finite la ricchezza dell'animo umano, le sfaccettature e la complessità di ognuno di noi, il fatto che tutti abbiamo delle qualità diverse gli uni dagli altri? Non è forse vero che ci sono bravissimi tecnici che non hanno spiccate doti relazionali ma sono dei fenomeni in laboratorio, oppure amministrativi precisissimi che preferiscono la monotonia della fatturazione agli stimoli di un lavoro sempre diverso, o ancora impiegati di back office che non amano allontanarsi dal loro ufficio eppure svolgono il loro lavoro egregiamente? Va bene la solfa della flessibilità, ma adesso non vorremo mica credere che l'unica dote lavorativa sia la disponibilità a viaggiare e a fare straordinari oppure la parlantina con i clienti spero!
Poi, se diciamo che in questo periodo di crisi siamo tutti costretti ad adattarci, a ritagliarci dei ruoli che per natura non sarebbero propri del nostro carattere, allora sono d'accordo. Ultimamente bisogna considerarsi fortunati ad averlo un lavoro. Non si può certo fare gli schizzinosi e rinunciare a una proposta perchè non ci piace, non ci gratifica, ecc. Ma aggiungo un grande "purtroppo". Non dovrebbe essere così. Tutti noi dovremmo poter fare il lavoro che si adatta di più alle nostre caratteristiche e che ci permette di sfruttare le nostre qualità migliori. In questo modo saremmo dei lavoratori migliori e delle persone più realizzate.
Ecco. Mi ribello silenziosamente a questo sistema malato e rivendico il diritto di pensare che non sia così che deve andare. Poi mi adatto in nome di un contratto a tempo indeterminato, ma se me lo chiedete vi dirò la verità su come la penso. Solo, per favore chiedetemelo dopo che è terminato il periodo di prova, ok? ;)

P.S.
Mi sono accorta di aver tralasciato l'argomento che aveva dato il titolo al post ^^'
Ebbene, arrivata sana e salva all'ultimo giorno di lavoro, riuscita l'impresa di sbrigare tutti i regalini senza stress e senza infilarsi nella bolgia urlante nei negozi, preparati tortellini e biscotti con anticipo e piacere, cosa può succedere ancora? Che il 23 dicembre tua zia si becchi il temibile virus gastrointestinale e che quindi, nell'ordine: salti la cena della Vigilia a casa sua, la famiglia sia dimezzata e il giorno di Natale i tuoi genitori si trovino soli con la Nonna Strega e lo Zio Putto. Immagino che non ci sia bisogno di descrivere l'ira funesta di mamma pettirosso che si trova a festeggiare con la temibile suocera e senza l'unica figlia, ospite a casa dei genitori di Mr Owl O_o
E per fortuna questo è il periodo più bello dell'anno, quello che si aspetta da gennaio!

martedì 20 dicembre 2011

Sì, un pochino mi girano

Già il lunedì è una giornata difficile. Se poi arrivi da una domenica dedicata ai suoceri, la tua capacità di sopportazione è minata in partenza. Niente di peggio che avere i genitori di lui al pranzo della domenica, giusto? Sbagliato! Di peggio c'è averli di nuovo la domenica successiva perchè si erano dimenticati del primo invito. Sì, avete capito bene: due domeniche fa abbiamo trascorso la mattinata ai fornelli, preparato la tavola, pulito casa per non fare brutta figura, aspettato fino alle 13.30, ci siamo anche un po' preoccupati perchè gli ospiti non arrivavano, poi abbiamo telefonato e, al 4° tentativo (si sa che l'udito non è il punto forte degli anziani) risponde Lei tutta garrula e si viene a sapere che... ops... Ci siamo dimenticati dell'invito e siamo a pranzo da x! Ah... niente... Figuriamoci, si bissa questa domenica, con nostro immenso piacere.

Dicevo quindi che sono arrivata a lunedì un po' stanca e al suono della sveglia ero nello stato d'animo "Ommioddio-la-sveglia-no-voglio-scomparire-subito" più del solito.
Vado al lavoro piena di buoni propositi, in particolare voglio capire se l'ufficio chiude per le feste di Natale. Essendo l'ultima arrivata non ho l'ardire di chiederlo esplicitamente, ma arrivati al 19/12 mi sembra anche ora di saperlo, no?
All'ingresso del capo i miei buoni propositi vanno a farsi benedire, perchè mi sommerge con una vagonata di informazioni incluso, tra un appunto e l'altro, un "Dai, vieni anche tu via con noi dal 21 al 23, può essere utile".
Ovviamente annuisco e fingo entusiasmo, anche se mentalmente faccio la conta di tutti gli impegni che saltano: l'ultima lezione di danza mercoledì, la cena per il compleanno di mio padre giovedì e forse lo scambio dei regali con le Poiane venerdì. Wow, terna!
So che la rigidità è un mio difetto ma non posso fare a meno d'innervosirmi quando i miei programmi vengono cambiati all'ultimo minuto, soprattutto nella settimana di Natale, quando tutto quello che vorrei è trascorrere le mie serate qui


Ammirando l'albero di Natale, io in una poltrona e Mr Owl nell'altra, con un buon libro e un bicchiere di latte caldo col miele.
Ma il meglio deve ancora venire. Vengo ingaggiata anche per un'altra trasferta, a febbraio. Precisamente il 18 febbraio a Milano, dove avevo già deciso di andare, proprio quel sabato, ma per vedere la Giselle di Bolle alla Scala >( E qui un po' mi girano, ma ovviamente lo nascondo.
Per finire in bellezza, il capo mi fa cercare un hotel vicino a Rho e di chiedere la tariffa per camera doppia. Non credo alle mie orecchie: "Vuoi dire doppie uso singolo, vero?". "No, no, proprio doppie perchè in fiera dovremo andarci tutti". Non credo di essere riuscita a nascondere il disappunto.
Dalle gite del liceo non mi era più capitato di dormire in camerata, men che meno per lavoro. Nemmeno nella vecchia agenzia, dov'erano famosi per la tirchieria, mi hanno mai fatto dividere la camera con una collega. Forse sarò strana, viziata e poco socievole, ma mi sembra inconcepibile e poco professionale: non siamo parenti o amici, ma colleghi. Dopo una lunga giornata di lavoro, quando mi chiudo la porta alle spalle vorrei un po' di privacy, non dover continuare le pubbliche relazioni 24/24h. A me sembra ovvio, non offensivo per nessuno, vediamo se anche il mio capo è d'accordo, visto che oggi gliel'ho scritto per email :)

*-*-*

La giornata comunque è finita nel migliore dei modi possibile :) Lunedì, quando sono tornata a casa, ho trovato infatti un pacco ad aspettarmi sulla soglia: era il premio del giveaway di Alexandra!!
In più, il gremlin che mi aveva nascosto il caricabatterie della macchina fotografica dev'essersi pentito e me l'ha restituita, giusto in tempo per fotografare il lauto premio. Guardate qui che meraviglia questo card making kit (e anche la deliziosa cartolina d'auguri fatta dalla bravissima Alexandra!)


Thanks so much, Alexandra. You just made my day!!

lunedì 19 dicembre 2011

Statistiche e danza

Da quando Silvia mi ha gentilmente illuminato circa l'esistenza della pagina "statistiche", mi perdo spesso nei suoi meandri. E' incredibile pensare che tante persone passino dal nido e non solo dall'Italia! La settimana scorsa ho avuto due visitatori dal Marocco :) Mi chiedo chi possano essere e cosa li abbia attirati fin qui...
Ancora più divertente è l'analisi delle parole chiave che portano i visitatori al nido. Ad esempio c'è chi è capitato qui digitando:

- robot macellato (???)
- nel wc -.-
- giraffa buffa (va beh, questa ci sta)
- bagno cieco (anche nella versione meno lusinghiera "bagno cieco puzza")
- serpente di mare zanzibar (qualcuno sa qualcosa di questo essere? Perchè io NO)

A parte queste stranezze, c'è sempre qualche visitatore che cerca immagini di danza :)
Per loro (e anche per rinfrancarmi lo spirito con un po' di grazia) ho raccolto qua e là per la rete queste foto


venerdì 16 dicembre 2011

Fisica applicata - la legge di Murphy e l'Albero di Natale

Lo sapevate che esiste un corollario della legge di Murphy dedicato proprio all'Albero di Natale? Beh, ve lo dico io. I punti salienti sono questi:

1- Se hai un gatto, questi scambierà l'Albero per un nuovo tiragraffi gigante con probabilità direttamente proporzionale al valore degli addobbi.

2- Il fatto di non avere un gatto aumenta la casistica di perdite d'acqua in cantina/ infiltrazioni di pioggia in solaio, con conseguente umidità che rovinerà i tuoi decori, in particolare quelli di pasta di sale che hai fatto tu con tanta fatica e profusione di sudore, tempo e rabbiose imprecazioni.

3- Se non hai un gatto e conservi i tuoi addobbi natalizi al sicuro in un armadio dentro casa, crescono in modo esponenziale le probabilità di incidenti nella fase di allestimento (anche perchè, diciamocelo, non si è mai visto che mentre lavori non ti scappi di mano almeno una pallina e, in questo caso, stai pur certa che sarà quella di vetro della nonna).

4- Se con l'esperienza hai imparato a tutelarti dai punti1, 2 e 3 - come la sottoscritta - non cantare vittoria! Può sempre capitare che, mentre guardi con orgoglio il tuo bell'Albero finito...
... ZAC! Una fila di luci si fulmini >(

4/A- Naturalmente (avevate dei dubbi?) la fila di lucine che non funziona è proprio quella più in alto e più incastrata tra i decori.

Ora, non so se avete idea di cosa significhi sostituire un filo di lucine da un Albero già addobbato e della precisione chirurgica che richieda. Da stasera io un'idea ce l'ho... ;)

CONCLUSIONI
Mai comprare le lucine per l'Albero alla bancarella del cinese dietro l'angolo.

-*-*-
P.S. off topic
Credo di avere un buco nero nascosto da qualche parte nel nido. Nell'ultimo mese ho perso:
la custodia della macchina fotografica
gli occhiali da sole
una ricetta medica
una bobina intera di passamaneria
il caricabatterie della suddetta macchina (perciò niente più foto finchè non salterà fuori)
Spero capiti anche a voi: mi rassicurerebbe sulla mia salute mentale...

Biscottini all'arancio

Ultimamente inizio a pensare di aver sbagliato la scelta del nome del blog. Invece del nido del pettirosso avrei fatto meglio a chiamarlo la cucina di nonna papera, perchè davvero i post mangerecci, ovvero dedicati ai dolci, ultimamente la fanno da padrone! Forse perchè sotto Natale siamo tutti più golosi (nel mio caso, più del solito è dura, ma ce l'ho fatta!), forse perchè ho scoperto tantissimi contest splendidi dedicati ai dolci, fatto sta che sto sperimentando e rispolverando un sacco di ricette, complice anche la grande concentrazione di cene e inviti vari di dicembre.

Quella che vi lascio oggi è la classica ricetta dei biscottini all'arancio che, almeno a casa pettirosso, sono un dolce che non manca mai sotto Natale. Ho cominciato a fare questi biscotti da bambina (all'inizio il mio compito si limitava alla spennellatura della crema al limone) quindi posso dire con certezza che si tratta di una ricetta super facile che dà molta soddisfazione... Soprattutto se userete degli stampini ad espulsione (sì, proprio gli stessi di cui avevo parlato già qui). Ma passiamo ai dettagli:


martedì 13 dicembre 2011

Vi presento il mio albero di Natale


Quando ero piccola mamma pettirosso allestiva l'albero di Natale il giorno di Santa Lucia. Poi ci sembrava che ci tenesse compagnia per troppo poco tempo, quindi abbiamo anticipato all'8 dicembre. Quest'anno nel nido l'albero è stato issato (letteralmente) sabato 3/12, ma sono riuscita a contenermi e ad aspettare fino a oggi per mostrarvelo :)

D'altra parte nel nido la magica tradizione dell'albero di Natale è legata solo a due regole:

1) che sia GRANDE. Al momento siamo a quota 2,70 m però - qui lo dico e qui lo nego - ho passato metà periodo di disoccupazione a cercarne uno di 3 m, perchè non riuscivo a convincermi che un albero più basso stesse bene in casa nostra ^^'. Per fortuna, visti i prezzi stratosferici, mi sono "accontentata" dei 2,70 m: già per montare questo mi sono serviti una mattina intera, contorsionismi vari su una scala stile pompieri e profusione di sproloqui (tanto per immergerci nello spirito natalizio, oh yeah)

2) che sia lo stesso ogni anno, arricchito di nuove decorazioni magari, ma sempre LUI, un membro della famiglia che ogni dicembre torna a farci compagnia. Non condivido la moda di cambiare stile ogni anno: una volta l'albero fucsia, l'anno dopo tutto rosso, poi argento e bianco, ecc. NO! Nel Nido l'albero ha un'identità, raccoglie vecchie palle di vetro di nonna pettirosso, regali ricevuti negli anni, souvenir comprati durante i viaggi e molto altro, insomma, racconta la nostra storia e farlo significa, anno dopo anno, ripercorrere la nostra storia :)

Se volete, la racconto anche a voi...

sabato 10 dicembre 2011

Quelle giornate un po' così...

Che oggi non fosse giornata è stato chiaro fin dal risveglio. Appena alzata ho ritrovato gli "amabili resti" degli esperimenti culinari della sera precedente che avevo rimosso: litri di minestrone divisi in una decina di tupperware e glassa ovunque (del flop dei biscottini natalizi glassati parlerò in un post a parte...)
Iniziare una giornata dovendo riordinare, prima ancora di prendere il tè, è qualcosa che odio profondamente. Se poi mentre t'infili nel freezer a pozzo per giocare a tetris con i tupperware (molto piacevole in un freddo mattino invernale) te ne scappa uno dalle mani ed esplode sul pavimento, è gioia incontenibile. Schizzi di minestrone ovunque, pareti, sacchetti della raccolta differenziata e cassettiera IKEA compresi. Sembrava che fosse passata la bambina dell’Esorcista. Mr Owl infila il becco in lavanderia, richiamato dalla raffica di saracche che ho tirato a mitraglia, io che in genere non mi faccio mai sfuggire parolacce. Accertatosi che sia ancora viva, si dilegua prontamente, un po' per evitare la mia ira funesta, un po' per non rischiare di dover aiutarmi a pulire >( Tutto questo prima della mia razione k di earl grey. No, la giornata non promette niente di buono.
Segue il secondo tentativo d’ispezione agli hotel di Parma. (La prima prova era miseramente fallita mercoledì, giorno in cui coincidenza volle che l'autostrada fosse chiusa per l'incidente dell'anno: dopo aver trascorso allegramente due ore in colonna percorrendo una decina di chilometri al massimo, avevo pensato bene di rimandare gli appuntamenti). Infatti oggi arrivo senza problemi e infilo un incontro dopo l’altro. Solo verso le 12.00, durante la visita al quinto albergo, mi accorgo di avere un’etichetta che mi spunta da un fianco. Toh, che roba è? Mi tocco e mi rifiuto di credere all’evidenza: nella fretta mi sono infilata la maglia al contrario O_o La mia mente si scollega dalla spiegazione del manager dell’hotel e cerco disperatamente di capire se le cuciture sono così evidenti. Facendo l’indifferente chiedo se c’è un bagno e mi precipito a cambiarmi.
Dopo aver visto più alberghi di quanti un cervello possa umanamente ricordare, torno in ufficio dove una collega ascolta “Someone like you” di Adele, una canzone che riesce sempre a mettermi addosso una malinconia indicibile, sfiorando alcune corde nascoste.
Segue spesa di corsa all’Esselunga (che è proprio sotto i nostri uffici). Non so voi, ma io detesto fare la spesa alle 18.30, quando i supermercati sono affollati di gente e bisogna fare la fila anche per avvicinarsi ai banchi frigo :S Quando finalmente arrivo alla cassa, con un cestino in mano, la giacca sul braccio, la borsa del lavoro a tracolla e il telefono che squilla, non trovo la tessera del parcheggio. Ero sicura di averla infilata nella tasca davanti della borsa, per averla comoda sotto mano e farla timbrare alla cassiera, ma niente. Mescolo e rimescolo il contenuto (ed è tanto) invano. Nessuna traccia del biglietto. Quando è il mio turno ho un po’ i sudori del liceo, quando ti chiamano per un’interrogazione e sei impreparata. “Cosa succede se qualcuno ha perso la tessera del parcheggio? Per esempio come me adesso?” chiedo con un sorriso a 38 denti. La cassiera senza scomporsi mi dice di passare al punto informazioni. Faccio la coda anche là (evidentemente non sono l’unica stordita) e mi viene data una tessera di scorta.
Scendo finalmente nel parcheggio e trovo l’inferno. Evidentemente fuori c’è un incidente, perché non si riesce ad uscire e una colonna chilometrica di macchine dal viale arriva fino al parcheggio sotterraneo. Ovviamente è tutto un imprecare e strombazzare. Contenta di non essere la più nevrastenica della giornata mi metto pazientemente in coda e mentre aspetto trovo la tessera del parcheggio scomparsa: era incastrata in mezzo al cellulare. Ci vorranno 20’ per uscire, durante i quali mi ripeto come un mantra “Thanks God it’s Friday”

Per finire in bellezza, stasera ho scoperto il mio primo sopracciglio bianco >_< Mr Owl ha tentato di sdrammatizzare dicendo che era solo molto biondo. Seee, col cavolo! Era proprio bianco!! :S
E’ proprio meglio che vada a letto.
P.S. Ogni tentativo di tirarmi su di morale raccontandomi un po' delle vostre giornate sfig un po' così sarà profondamente apprezzato

martedì 6 dicembre 2011

A te che cavolo hanno raccontato? - La nascita del pettirosso

Con estremo piacere partecipo all'omonimo contest di Trimamma.
Sono sempre stata curiosa di conoscere le "storie da sala parto", pur conscia del fatto che ogni tassello che si aggiunge alla collezione fa scemare drasticamente la già scarsa voglia di trovarmici in prima persona in quella sala parto ;) Davvero, se ne sentono di tutti i colori (soprattutto se avete un'amica ostetrica) ma posso dire, non so se con orgoglio, di non essere stata da meno.

lunedì 5 dicembre 2011

Cupcakes al limone

Nella mia famiglia abbiamo sempre sentito profondamente il Natale. Già nei lontani anni '80, quando ancora non c'era la moda dei mercatini, a dicembre il nido dei pettirossi cambiava volto: addobbi e decorazioni, bucce di mandarino nei caminetti, CD con Frank Sinatra e Bing Crosby alle prese con "The twelve days of Christmas" o "Deck the halls"... E io e mia mamma alle prese con biscottini a forma di stella cometa e tortellini dolci alla marmellata.
Quando ero bambina festeggiavamo in famiglia dal pomeriggio del 24 alla sera del 25 ed eravamo in una ventina. Spesso anche gli amici si aggregavano, perchè dicevano che era particolarmente bello trascorrere con noi le feste: "si sentiva davvero l'atmosfera di Natale" :)

Adesso le cose sono cambiate, molti parenti purtroppo non ci sono più e i bagordi della mia infanzia sono un pallido ricordo. E' rimasta però la voglia di trovarci e trascorrere insieme un paio di giornate, nell'intimità delle nostre case decorate, regalandoci pensierini simbolici e soprattutto tanto tempo, quello che in genere manca sempre. Per me non è mai stato un sacrificio fare un "tour de force" passando in famiglia due giorni consecutivi, anzi, fosse per me aggiungerei anche Santo Stefano e farei terna ;)

Questo lungo preambolo per spiegare la ricetta di oggi. Non siamo una famiglia mediterranea che si siede a tavola alle 12 e finisce di mangiare alle 6 ;) Il nostro pranzo è abbastanza veloce e il pomeriggio di Natale in genere ci dedichiamo alle chiacchiere, ai giochi di società e alle carte, davanti al camino e con una buona tazza di Earl Grey a portata di mano ;) Ebbene sì, accade anche che verso le 5 arrivi un certo languorino... E via con la MERENDA DI NATALE!! :D

sabato 3 dicembre 2011

DIY: regali di Natale semplici, economici e fatti in casa

Avete presente la miriade di pensierini veloci e poco impegnativi che a dicembre servono a palate per la miriade di conoscenti, amiche non troppo strette, colleghe e parenti acquisite che si materializzano inaspettatamente, quasi facessero apposta per metterti in difficoltà? *
Ecco, negli ultimi giorni di disoccupazione benedettiloro mi sono dedicata proprio a questo e adesso ho una decina di regalini di scorta da tirar fuori all'occorrenza come salvagente. Perchè anche quest'anno potrebbe esserci qualcuno che ci fa un pensierino inaspettato e a quel punto, invece di ringraziare imbarazzata perchè non ho niente da offrire in cambio, tirerò fuori con la massima nonchalance...