giovedì 23 ottobre 2014

Tre settimane

Tre settimane dovrebbero essere un lasso di tempo ragionevole per iniziare a fare un bilancio sul tuo rapporto col neonato. Secondo Lucy è addirittura un primo giro di boa, un momento in cui inizi a vedere la luce in fondo al tunnel. Beh, si vede che noi siamo un po' tardoni, tutti quanti, perchè di luce non se ne vede mezza Carciofino! ;)

A 3 settimane i tuoi pianti sono ancora indecifrabili come messaggi alieni. Ogni tanto ci sembra di capire qualcosa ma generalmente le nostre interpretazioni sono smentite in fretta.

A 3 settimane sul calar della sera mi prende lo sconforto al pensiero che potremmo essere davanti a una lunga notte di coliche oppure a una delle rare notti di sonno dignitoso, ma che non c'è nulla che possa fare per influenzare l'arrivo di una o dell'altra. Certo è solo che da mezzanotte in poi saremo io e te, perchè papà il mattino dopo andrà a lavorare, beato lui.

A 3 settimane si fanno lunghe passeggiate notturne nel corridoio di casa e, visto che non sono ancora diventata insensibile alle tue grida, arrivo a cullarti con i denti stretti e le lacrime agli occhi, desiderando di tornare indietro e farmi una bella doccia fredda quel giorno di inizio gennaio in Kenya (che sembra un'era geologica fa) e pensando che forse io e Owl siamo stati avventati quando abbiamo deciso di ingrandire la famiglia.

A 3 settimane il mio contatto principale con l'esterno è whatsapp. Per quanto mi faccia sentire sfigata, il cellulare è una propaggine del mio braccio. D'altra parte è un gran conforto messaggiare alle 4 di notte con le compagne del corso pre parto, sapendo che c'è sempre qualcuna sveglia ad allattare, confusa, stanca e un po' depressa proprio come te.

A 3 settimane invito chiunque a trovarci perché la compagnia mi fa stare meglio e ho sete di vedere e parlare con la gente. Però inizio ad essere un po' stanca di sentirmi dire "come ti trovo bene", "non sembra neanche che tu abbia partorito", "come sei in forma", "ma hai già perso tutti i chili?" ecc. Come se tutti dovessero sapere meglio di me come sto o come dovrei sentirmi. Come se sorridere, scherzare e sdrammatizzare non potessero convivere con un'enorme stanchezza e una profonda insicurezza da neogenitore.

A 3 settimane mi sembra di essere lontana anni luce dalla me stessa che progettava di avere due figli almeno, perchè un figlio unico no, non è la scelta migliore. Adesso mi sembra assolutamente impossibile poter sopravvivere a un figlio, figuriamoci due.

A 3 settimane se vedo bambini di un anno o più piango come una vite tagliata e spero ardentemente che tu cresca in fretta e la nuova routine familiare diventi presto meno faticosa.

Allo stesso tempo, a tre settimane sei già cambiato e il tuo viso a volte ha espressioni da bimbo grande. Quando succede inizio a sognare di passeggiate insieme, favole della buona notte, giornate in campagna e serate a guardare le stelle, e ricomincio a piangere, ma stavolta di desiderio e di speranza.

mercoledì 8 ottobre 2014

2 ottobre 2014

Eccomi, eccoci :)

L'occasione richiede un annuncio ufficiale, quindi ecco a voi un po' di numeri: il piccolo Alessandro è nato il 2 ottobre alle 6.15 del mattino, era lungo 51 cm e pesava 3,3 kg - alla faccia del micro neonato che avevano stimato!
Purtroppo il parto non è stato un'esperienza positiva: abbiamo dovuto fare un cesareo d'urgenza a causa di un'emorragia, dovuta probabilmente a un dotto della mia famosa placenta bassa che era previo e che non si vedeva dalle eco. Un giorno vi racconterò meglio... o magari sopravvivete anche senza i dettagli splatter ^^'
In ogni caso stiamo entrambi bene e siamo già stati dimessi dall'ospedale, dopo 48 h di degenza, che qui c'è carenza di fondi e di posti letto, quindi ti fanno sciollare rapidamente anche dopo un intervento ;)

Beh, ecco, ad essere sinceri dire che stiamo proprio bene bene bene sarebbe un'ipocrisia: il primo impatto con un neonato è sconvolgente sotto tutti i punti di vista, psicologico (abbiamo definitivamente perso Mr Owl e la neo nonna Pettirosso ;)), fisico e logistico.
Quindi, se volete sapere come sto (uhhh come non sopporto chi chiede a una neo mamma se è felice, oppure cosa ne pensa della maternità: sto cercando di sopravvivere, giorno dopo giorno, pensi che abbia tempo di filosofeggiare?) la risposta comunque potrebbe essere "sottosopra".
Perchè sapevo che i primi tempi sono tosti, ero preparata ed ero preparata anche all'idea che non si sia mai preparati abbastanza per queste rivoluzioni ;) Infatti è proprio così.

Soffro la stanchezza, non solo per mancanza di sonno ma anche per l'impossibilità di interrompere questo lavoro continuo e faticoso che dura giorno e notte. Soffro la frustrazione di vedere come quella che ti sembrava la soluzione a un problema il giorno dopo non funziona già più. Ma soprattutto soffro l'insicurezza cronica di chi si trova a maneggiare un oggetto molto sofisticato senza istruzioni, brancola nel buio e deve trovare soluzioni andando per tentativi. Ho paura di sbagliare, di non capire segnali importanti, di dargli già pessime abitudini. A volte vorrei avere una brava tata a cui delegare tutto, oppure una guida che mi segua 24/24h dicendomi per filo e per segno cosa fare. Oh, che sogno sarebbe!
E invece rimani con le tue mille domande e una manciata di risposte (rigorosamente in contraddizione tra loro) che puoi reperire da internet, libri, esperti e profani.

Poi ci sono i momenti (ancora rari in verità quando un neonato ha solo qualche giorno) in cui lui è sveglio ma non piange e ti guarda con quegli occhi ancora un po' miopi ma che indubbiamente stanno cercando di mettere a fuoco proprio te, momenti in cui ti riserva una serie di faccine buffe degne di un mimo professionista e ti rendi conto che, chissà come e quando, quel piccolo alieno a cui ti approcci con grande stupore e un po' di timore è già riuscito a farti un po' innamorare.