Terremoto lavorativo

Avevo pensato di scrivere qualcosa sulla grigliata di sabato sera, il primo esperimento nella casa estiva, magari allegando alcune foto del posto, veramente incantevole.

Però l’unica cosa a cui riesco a pensare è il colloquio che avrò mercoledì. E’ il “secondo step” per accaparrarsi un lavoro che non mi faceva venire l’acquolina alla gola fino a una settimana fa, finchè un altro lavoro ce l’avevo, finchè non ero ancora stata licenziata.

Sì perché al ritorno dalle vacanze la mia capa mi ha voluto parlare e 10 minuti dopo era fatta: l’azienda versa in pessime acque (e lo sapevo), il settore culturale è in crisi nera (e lo sapevo), il prossimo anno non abbiamo concerti (sapevo anche questo) quindi da settembre bisogna assolutamente ridurre i costi = il personale; cosa che temevo, ma non pensavo fosse tutto così rapido!

Adesso, magicamente, quell’altra proposta di lavoro su cui rimuginavo con tanti dubbi è diventata la cosa che voglio di più, a cui mi aggrappo con tanta speranza. Mercoledì sembra non arrivare mai e lo attendo con la tremarella.

Altrettanto incredibilmente, adesso che devo lasciare questo lavoro a cui ho dato tanto, vedo i lati positivi, i pochi rimasti, ma che comunque sono stati sufficienti per tirare avanti quattro anni: le tournee con artisti folli e capricciosi, il rapporto coi teatri che amo, assistere alle prove come se fossero un concerto per me sola, la quotidianità lavorativa varia e non ripetitiva.

Ricordarmi che comunque me ne volevo andare, che speravo di licenziarmi presto non aiuta tanto, perché una cosa è provare a cambiare lavoro, un’altra è cercare un lavoro!

L’unica cosa che mi risolleva un po’ è che ho davanti un’estate con molte ferie, a causa di tutti i giorni che non ho mai fatto e che adesso devo recuperare prima di andarmene: ben 7 settimane di vacanza, una cosa mia vista! Spero solo di potermele godere con un altro contratto per l’autunno in tasca…