Stamattina alle 9.01 ero in riunione a Maranello, ovvero a due passi dall'epicentro del terremoto e ho avuto l'interessante opportunità di aggiungere un tassello all'immagine che mi sto facendo dell'"uomo in carriera", ovvero il top manager o presunto tale, l'uomo dalle mille risorse il cui smalto scintillante non s'incrina davanti a nulla. Uno stereotipo che io continuo a studiare con l'interesse dell'antropologo ma che chi mi circonda prende molto sul serio. Un po' troppo anche.
Fatto sta che oggi alla riunione c'era anche SuperCapo. Uno che con il suo comportamento dirige silenziosamente la coreografia di tutti quelli che lo circondano. Le sue idee si devono accogliere con l'assenso e lo stupore entusiasta che accompagnerebbe una scoperta scientifica da Nobel; quando racconta una barzelletta fa ridere per definizione e quando esprime la sua opinione su qualcosa - qualsiasi cosa - non si può non essere d'accordo. E se dice che "Il terremoto non può interrompere una riunione, cazzo, ma dove andate, state seduti cretini! Che ci sono delle priorità, orcoboia, e a un mese dall'evento non ci si può fermare per nessuna ragione!" non puoi certo farti prendere dal panico. Così, nonostante le pareti traballanti, i lampadari ballerini, il tavolo saltellante, le finestre scricchiolanti e le penne rotolanti a terra, noi siamo rimasti nelle nostre posizioni, stoici e indifferenti, a lavorare come lui si aspettava.
Perchè in questo settore del mondo del lavoro non sono ammesse tutte quelle "debolezze" che scandiscono la vita normale come la fame, la stanchezza, la noia, la paura. Un collega è diventato lo zimbello del gruppo perchè alla riunione precedente si è assentato per andare a prendere dei panini per tutti: adesso viene preso in giro spietatamente ad ogni occasione, colpevole di aver ceduto al richiamo dello stomaco invece di lavorare. Un altro oggi si vantava di aver trascorso tre giorni senza dormire durante un evento topico. Un altro ancora fingeva di lamentarsi perchè è da un mese che non trascorre un weekend a casa coi figli, ma sotto sotto gongolava, sapendo di aver vinto quella partita a "chi è il lavoratore più bravo".
Silenziosa e pensierosa, Robin ha assistito a questo gioco deprimente a cui non era in grado di intervenire e, per non perdere tempo (nel pieno dell'ottica produttiva della riunione ;)) ha pensato alle risposte da dare al gioco che le ha passato Silvia :)
Fatto sta che oggi alla riunione c'era anche SuperCapo. Uno che con il suo comportamento dirige silenziosamente la coreografia di tutti quelli che lo circondano. Le sue idee si devono accogliere con l'assenso e lo stupore entusiasta che accompagnerebbe una scoperta scientifica da Nobel; quando racconta una barzelletta fa ridere per definizione e quando esprime la sua opinione su qualcosa - qualsiasi cosa - non si può non essere d'accordo. E se dice che "Il terremoto non può interrompere una riunione, cazzo, ma dove andate, state seduti cretini! Che ci sono delle priorità, orcoboia, e a un mese dall'evento non ci si può fermare per nessuna ragione!" non puoi certo farti prendere dal panico. Così, nonostante le pareti traballanti, i lampadari ballerini, il tavolo saltellante, le finestre scricchiolanti e le penne rotolanti a terra, noi siamo rimasti nelle nostre posizioni, stoici e indifferenti, a lavorare come lui si aspettava.
Perchè in questo settore del mondo del lavoro non sono ammesse tutte quelle "debolezze" che scandiscono la vita normale come la fame, la stanchezza, la noia, la paura. Un collega è diventato lo zimbello del gruppo perchè alla riunione precedente si è assentato per andare a prendere dei panini per tutti: adesso viene preso in giro spietatamente ad ogni occasione, colpevole di aver ceduto al richiamo dello stomaco invece di lavorare. Un altro oggi si vantava di aver trascorso tre giorni senza dormire durante un evento topico. Un altro ancora fingeva di lamentarsi perchè è da un mese che non trascorre un weekend a casa coi figli, ma sotto sotto gongolava, sapendo di aver vinto quella partita a "chi è il lavoratore più bravo".
Silenziosa e pensierosa, Robin ha assistito a questo gioco deprimente a cui non era in grado di intervenire e, per non perdere tempo (nel pieno dell'ottica produttiva della riunione ;)) ha pensato alle risposte da dare al gioco che le ha passato Silvia :)