(Elvira, lo so che eri sicura di trovare la narrazione dei bocconcini di merluzzo ai corn flakes, ma ti ho fregato. Pensavi mica che la tua ricetta fosse l'unica che ho rovinato ultimamente, eh?? Tsè sono una professionista io!)
In questi giorni ho voglia di cucinare. Scarico ricette su ricette da internet e quando torno a casa non vedo l'ora di sperimentarle. Ovviamente per il 95% si tratta di dolci (il resto zuppe). Sarà che da lunedì avevo in programma di ricominciare la dieta, miseramente accantonata nell'ingozzamento selvaggio che ha imperato nel nido tra Natale e compleanno, e si sa che l'inizio della dieta è il miglior stimolo per la fame. Sarà che ieri sera ero ospite di Anna e volevo contribuire con un dolce, magari uno buono e sano che anche LeoLeo potesse mangiare a colazione. Mi beavo all'idea della madrina che va a trovare il bimbo col cestino pieno di panini fumanti fatti con le sue mani, un po' alla Cappuccetto Rosso, del tutto ignara di fondamentali dettagli pratici quali: i bambini di 16 mesi possono mangiare cioccolato? Fanno già colazione con latte e dolce? Ma anche... hanno già i denti? Nella mia ignoranza totale in fatto di puericultura una sola certezza illuminava la via: avrei portato la versione casalinga dei pangoccioli, una
ricetta di Elisabetta tanto genuina da disgustare quasi: niente burro, niente uova, farina integrale, una roba da Mulino Bianco insomma. E che c'entro io con 'sta ricetta in effetti? Ecco, me lo sarei dovuta chiedere.
Infatti le magagne iniziano subito. Come al solito si apre il teatrino ben noto, un gioco delle parti casalingo dove ogni ingrediente viene sostituito con disinvoltura, che sono le dieci di sera e mica posso comprare un'alternativa. E poi diciamocelo, alle food blogger piace essere complicate, si pavoneggiano a usare termini astrusi (come EVO... L'ho dovuto googlare, mannaggia a loro!) e ingredienti sofisticati quando quello che tutti hanno in casa va bene uguale ;) Eh, come no.
Il latte di mandorla non ce l'ho, ma quello normale andrà bene uguale, no? In frigo c'è solo quello Accadì, che Mr Owl non digerisce il lattosio, ma fa niente.
La farina integrale non è pervenuta, nemmeno quella di camut o le altre strane che elenca Elisabetta. Ma c'ho un rimasuglio di manitoba, quella giusta giusta per le brioches, sono sicura che unita alla normale 00 sarà una meraviglia. Per finire lo zucchero: la nostra dispensa non sa cosa sia quello grezzo di canna, propone solo l'Eridania nostrano, quindi ci do dentro di quello, che almeno è a km zero... quasi.
La ricetta indicava di far fare una prima lievitatura di almeno due ore, ma era sera e il letto lanciava il suo potente richiamo. E poi io volevo fare un dolce col botto, allora via che lo lascio riposare per tutta la notte per farlo raddoppiare, che dico, triplicare! Al mattino entro in cucina guardinga come un marine, pronta ad affrontare un brontosauro di pasta di dimensioni colossali. Apro il forno con frustino e sgabello, pronta per domare qualsiasi mostro.... e niente.
Ore sette calma piatta. La palla non è cresciuta nemmeno di un millimetro. Non ci posso credere. La mostro a Mr Owl per conferma e lui sentenzia, senza possibilità d'appello "E' esattamente come ieri sera".
E affonda il coltello nella piaga
"Può essere stato il lievito un po' scaduto?"
"Eccerto! - sghignazza lui soddisfatto - Il lievito è vivo: scaduto non funziona!"
Con che coraggio! Proprio lui, il mio compagno di esperimenti genetici, il capo scienziato della coltura batterica che alleviamo amorevolmente in frigo! Quello che si mangia con orgoglio il gorgonzola rosa e l'insalata incartapecorita, quello che snobba la data di scadenza perchè si fida più del suo occhio e del suo olfatto!
Gli vorrei rispondere che, se il lievito fosse vivo, avrei messo la mummia di Tutankhamon nell'impasto, perchè era lievito in polvere "a lunga conservazione", prodotto nel lontano 2011! Ma il misero risultato ottenuto non mi permette di alzare la cresta.
Ma Robin non si arrende. Ri-impasto come da ricetta e... shhhhh, non lo dite a nessuno, ma insieme alle gocce di cioccolato aggiungo un altro po' di lievito mummificato, si sa mai che stavolta funzioni meglio!
Poi tiro fuori dalla memoria a lungo termine un consiglio di Poiana 1 che aveva fatto un corso di cucina ai tempi del liceo: accendo il forno a 50°, raggiunta la temperatura lo spengo, infilo la teglia coi panini e chiudo tutto per benino. Mi avvio quindi al lavoro decisa a lasciarli nella "camera di lievitazione" tutto il giorno, 'sti pancaccoli (come ho già iniziato a chiamarli). Sono sicura che funzionerà: la mia unica preoccupazione è che non fosse meglio chiuderli in forno togliendo lo strofinaccio che li copriva (non è che mi prende fuoco il nido?)
E fu così che all'uscita del lavoro.... TAAAAA DAAAAAA!
Neanche un minuscolo foruncolo si è formato. U-G-U-A-L-I!
Ma questa è magia signori e signore, alta alchimia: trovatemi un'altra blogger che sappia inibire la lievitazione come me e me ne vado, ma dovete trovarla però! ;)
Che dire, i pancaccoli non sono esattamente buoni... No, ecco, "buoni" non direi proprio.
Però sono utili a modo loro. Ad esempio sono decorativi
Oppure sono perfetti
da tirare nel coppino a Stakanov quando è girata e nessuno vi vede ehm, dicevo, quando al vostro bambino dondola un dentino ma non ha il coraggio di sottoporsi alla vecchia tortura del filo legato alla porta (come dargli torto) ecco, in quel frangente potete mantenere la calma da brava mamma del Mulino Bianco e offrirgli un pancaccolo: voilà, al primo contatto il dentino se ne va' senza mao e senza bao. Più facile di così!Adesso che ci penso, sarebbero potuti essere utili comunque per lasciare un ricordo bucolico della madrina a LeoLeo... ;)
Ma no, è stato troppo anche per me: non ho avuto
fegato cuore di portare ad Anna i pancaccoli. Ho preferito presentarmi
ancora una volta a mani vuote ^^'
Confessione:
Io un pancaccolo però me lo sono mangiata lo stesso. E anche Mr Owl. Come vedete siamo di bocca buona: se qualche food blogger seria ci vuole invitare a cena sappiate che diamo grandi soddisfazioni ;)