venerdì 27 aprile 2012

La ricetta del Pane di Pasqua

A grande richiesta, ecco a voi la ricetta del nostro Pane di Pasqua :)

Come vedrete, si tratta di una ricetta semplice che richiede più che altro tanto tempo. D'altra parte inizio a pensare che, anche in cucina, siano proprio il tempo e la dedizione a fare la differenza, due ingredienti fondamentali che la vita frenetica di oggi rende ancora più preziosi.








Visto che da tantissimo tempo non pubblico ricette e non partecipo a contest, ho pensto di cogliere l'occasione e partecipare al contest di primavera di Una pasticciona in cucina (ah, come mi sento a casa in un food-blog chiamato così! ;)), al contest I colori della primavera di Ti cucino così e alla raccolta di ricette L'Albero Goloso


lunedì 23 aprile 2012

Un premio e i piaceri della vita

Mentre lavoravo e a fatica riuscivo a connettermi a internet, alcuni di voi continuavano a pensarmi, citandomi, assegnandomi premi o girandomi catene :) Ci sono blogger che considerano le catene quasi una scocciatura, ma io sono molto meno schizzinosa... e probabilmente non vengo citata abbastanza da stancarmi ;) Quindi partecipo sempre con piacere!
Il fatto poi che qualcuno pensi al nido per me è sempre un riconoscimento che accolgo con entusiasmo e gratitudine :)

venerdì 20 aprile 2012

La nostra Pasqua

Sembra incredibile, eppure non ho avuto tempo di scrivere neanche un misero post sulla Pasqua! Ed è davvero strano, perchè io amo questa festa almeno quanto il Natale. In particolare, aspetto tutto l'anno la colazione pasquale: come la sera della Vigilia è l'apice del Natale, il momento più magico e più intimo, così la colazione della domenica mattina è il cuore della mia Pasqua :)


martedì 17 aprile 2012

Finalmente a casa

Ed eccoci di nuovo qui, a "scongelare" la mia vita privata che nelle ultime settimane avevo temporaneamente ibernato per far spazio al lavoro, con le mille urgenze dell'Evento che si avvicinava.
Fa un po' effetto riprendere a scrivere dopo tanto tempo, come fa effetto non essere incollata al cellulare 14 ore al giorno, tornare a casa per cena o dormire 7 ore a notte.
Gli ultimi giorni sono stati una montagna russa emotiva, con scariche di adenalina e picchi di ansia mai provati prima, ma anche molte soddisfazioni e un piacevole senso di coesione del nostro piccolo team.

Come al solito, l'inizio è stato catastrofico. Non scendo nei dettagli, vi dirò solo che alle 7.00 di giovedì sera, dopo una delle più brutte giornate della sua carriera, una Robin affranta, ai minimi storici della sua autostima lavorativa, sedeva nel baule della sua macchina parcheggiata fuori dall'ente fiera della sua città, a quell'ora deserto, piangendo come una vite tagliata e ripetendosi per autoconvincersi "non sei un'incapace". Il fatto che gli incidenti avvenuti nel pomeriggio non fossero colpa sua non era un buon motivo per non deprimersi dato che, come responsabile, la faccia ce l'aveva messa lei e tutti i cazziatoni dei clienti se li era sorbita in prima persona. Con l'aiuto di un po' di trucco, riesce comunque a rendersi presentabile per la cena inaugurale dell'evento, giusto in tempi per sorbirsi altre due o tre lamentele. Tanto per fare il pieno che non si sa mai.

La mattina dopo accende il cellulare e arrivano, uno dopo l'altro, 8 sms che Robin non riuscirà a leggere perchè prima che finisca il suono di ricezione dell'ultimo parte la chiamata del Capo: "Collega Esperta è al pronto soccorso: purtroppo non può partire con noi, quindi dobbiamo fare senza di lei". Peccato che Collega Esperta avesse organizzato dettagli fondamentali dell'Evento quali la cena di gala e i navettaggi degli ospiti, punti che solo lei aveva gestito e di cui Robin aveva solo una vaga conoscenza: sapeva che sarebbero accaduti, in un qualche momento, ma tutti i particolari le erano completamente ignoti. Bene. Robin sente una voragine aprirsi sotto i suoi piedi e le sembra di non poter proprio farcela a sopravvivere per altri tre, lunghissimi giorni. Beve tè e lacrime e con fare molto maturo si aggrappa a Mr Owl come un koala, frignando "non vogliooooo partireeee" come un bambino che non vuole andare a scuola. Poi si ripete che non può essere così infantile, che deve trovare la forza di essere professionale, o almento provarci... o almeno fingerlo abbastanza bene da ingannare gli altri ;)

Poi, in un qualche modo, la macchina entra in funzione. Anche senza l'aiuto di Collega Esperta, la piccola squadra improvvisata addetta all'ospitalità ingrana la quarta: Robin, una Hostess che fino al giorno prima non sapeva nemmeno dell'esistenza dell'Evento e il loro aiutante-autista neopatentato. Durante il viaggio sulla Cisa leggono gli appunti che Collega Esperta aveva lasciato in vari post it, studiano le parti dell'Evento che solo lei conosceva e mettono insieme i pezzi, per sostituirla nel miglior modo possibile e, soprattutto, subito. Cosa devo dire? Ha funzionato! :) 
Abbiamo macinato successo dopo successo, risolvendo problemi e tamponando gli imprevisti last minute. Alla fine la pesante assenza non si nota e i partecipanti si congratulano con noi per l'ottima organizzazione. Confesso che mai i complimenti mi hanno inorgoglita tanto :) Soprattutto quelli degli stranieri che ringraziavano per la bellissima esperienza e riconoscevano il lavoro che doveva esserci stato "dietro le quinte", quello che si vede solo se non si vede ;) Una soddistazione tutta speciale è arrivata da un giornalista inglese: "Si dice sempre che gli italiani sono disorganizzati, invece avete creato un evento top level" Oh oh, che onore ricevere un simile riconoscimento da un british che più british non si può!


Ma il momento migliore dell'Evento è stato la fine ;) L'ultimo giorno, quando l'ultima valigia è stata riconsegnata e le premiazioni sono terminate, la tensione si è allentata definitivamente e Robin con un sorriso sardonico (come del resto tutti gli altri componenti dello staff) si aggirava gaia per la sua città, trotterellando finalmente verso casa. Credo che il Nido non mi sia mai sembrato tanto accogliente, il divano tanto comodo, la doccia tanto rilassante e la cucina di Mr Owl tanto ghiotta, nonostante non avessi nemmeno la forza si masticare ^^'

Ed eccomi di nuovo qui, dicevo, a riprendere la mia vita privata da dove l'avevo lasciata, a riappropriarmi del mio tempo libero, ad appuntare finalmente impegni personali in agenda... e a tornare a leggere i vostri blog! A presto!

giovedì 5 aprile 2012

Donna in carriera?

Quando Natadimarzo mi ha chiamata "donna in carriera" nel suo commento al mio post di rientro mi è venuto un po' da ridere ma anche da pensare, visto che era la seconda volta in una settimana che venivo definita così. La prima è stata una sera in Germania, nel tragitto dalla fiera al party di un giornale inglese, mentre ero al telefono con Mr Owl e gli sussurravo romanticamente "Mi raccomando: metti il Napisan nella lavatrice, eh?! Come non è venuta la signora delle pulizie stamattina?? Riesci a fare tu la spesa di verdure così al ritorno posso cucinare il minestrone?" e altre smancerie simili ;)

Lui per scherzare ha fatto la vittima "La donna in carriera in giro per il mondo e il povero uomo a casa tra fornelli e bucato". Ovviamente era una frase buttata lì per ridere insieme, ma mi ha fatto comunque impressione, dato che mai e poi mai prima di allora avevo pensato neanche lontanamente di poter assomigliare a una donna in carriera. E a ragion veduta!

Nel mio immaginario le donne in carriera sono sempre eleganti, con tacchi e trucco perfetto. Io sono abbonata al jeans + scarpe basse e i miei capelli avrebbero decisamente bisogno di una visita dal parrucchiere. Ah, nel caso ci fosse bisogno di precisarlo, il mio trucco si chiama crema idratante: molto comodo, velocissimo, ma ahimè invisibile.
   Le donne in carriera hanno una macchina ruggente ultimo modello e possibilmente l'autista. Come sapete, io vado e vengo dall'ufficio in bibicletta - che è pure sporca e scassaticcia.
   Per definizione, le donne in carriera hanno sempre un trolley pronto e prendono aerei più spesso del tram, in piena nonchalance. Durante il decollo leggono il giornale e appena arrivate in quota aprono il protatile e lavorano senza lasciarsi distrarre dalle turbolenze o dai vuoti d'aria. Io devo iniziare a prendere gocce tranquillanti quando compro il biglietto aereo e dal decollo all'atterraggio sto ferma come una statua (e anche bianca come una statua!) nel mio posticino, piantando le unghie sul bracciolo e sperando ardentemente che non ci sia nessuno scossone. Se solo mi azzardo a leggere la scritta "Fasten seat belt while seated" sul sedile di fronte rischio il vomito immediato modello esorcista.
   Le donne in carriera fanno capo a una grande città, agli ultimi piani di un grattacielo stile Manhattan. Io lavoro sopra l'Esselunga e quando apriamo le finestre alla mattina entra già puzza di pollo arrosto ^^' 
   Immagino che le donne in carriera abbiano un ufficio personale, magari con pareti di vetro panoramiche, una scrivania enorme e ordinata, i loro titoli di studio appesi alle pareti e, soprattutto, santa-centralinista che prende le telefonate per loro. Noi lavoriamo in sette in due stanze, con scrivanie microscopiche su cui stanno in equilibrio precario pile di raccoglitori e solo due linee telefoniche (a cui in genere rispondo io...). Dulcis in fundo, non abbiamo vere e proprie finestre, ma una lunga "feritoia" alta 50 cm che corre nella parte più alta di una parete (per guardare fuori devi alzarti dalla scrivania e allungare il collo)
   Infine, ma non meno rilevante, una donna in carriera guadagna abbastanza da potersi permettere una domestica, una tata, un personal trainer e uno psicoterapeuta. Io... beh...devo proprio aprire il discorso paga?

Quando penso a me stessa in versione lavorativa, prima di "donna in carriera" mi vengono in mente un centinaio di altre definizioni, tra cui: mulo o bestia da soma, sfigata o semplicemente impiegata tipo, a seconda della giornata e del mio umore. Mi viene il dubbio però che anche la "donna in carriera" sia tutto questo, solo patinato da un nome più cool :) Ecco perchè, essendo incorreggibilmente fuori moda, se mai vi sentirete di chiamarmi così, lungi dall'offendermi gongolerò e mi pavoneggerò con piacere, pur continuando a ignorare cosa sia di fatto una "donna in carriera" ;)
Quello che conosco bene, invece, sono i segnali del troppo lavoro:
- prima di partire per le trasferte "passi le consegne" al tuo compagno sulle cose da fare durante la tua assenza
- nei periodi più intensi la risposta automatica a tutti quelli che ti chiedono qualcosa è "mi spiace ma sono molto impegnata: puoi scrivermi un'email?". Che si dirottino sull'email amici e parenti va anche bene, ma quando stai per rispondere così anche alla zingara che si avvicina per chiederti le elemosina c'è qualcosa che non va
- quando la gente parla del temporale di martedì o del bellissimo sole di venerdì tu cerchi di ricordare che tempo ha fatto negli ultimi giorni, ma non lo sai proprio, perchè di fatto hai trascorso le tue giornate da mattina a sera in ufficio
-  aspetti con piacere l'appuntamento mensile dall'estetista perchè stare 15' sdraiata sul suo lettino ti sembra comunque un lusso, nonostante il doloroso dettaglio della ceretta
- una mattina ti rendi conto che durante la tua assenza (torni a casa solo per dormire) il cestone della biancheria sporca si è duplicato ed entrambi adesso ti minacciano gonfi e straripanti. Ovviamente non hai memoria del quando o del come sia avvenuta questa moltiplicazione.

La brutta notizia è che fra una settimana esatta il nostro evento inizia.
La bella notizia è che durerà solo quattro giorni, quindi domenica 15, viva o moribonda, sarà finalmente tutto finito! :)))