venerdì 21 dicembre 2012

Una favola per augurarvi buon Natale

Quest'anno al posto della cartolina natalizia vi faccio i miei migliori auguri con una favola. Sì perchè insieme ad altre blogger sono stata contattata anch'io per collaborare al calendario dell'avvento dei Piccolini Barilla.
Se vi state chiedendo cosa c'entri io con i piccolini, visto che non sono mamma e men che meno una blogger famosa, sappiate che è stato il primo pensiero che ha sfiorato anche me ;) Ma facciamo che ci teniamo i dubbi per noi e ci godiamo le favole, ok?
La mia è quella di domani, 22 dicembre, coincidenza vuole che sia anche il compleanno di papà Pettirosso :)
Vi auguro un Natale come quello delle fiabe: caldo, avvolgente, possibilmente bianco di neve e  rallegrato dalle persone che più amate. E soprattutto spero in un Nuovo Anno sereno, che ci porti solo belle sorprese. Chissà che non sia la volta buona che tutti i nostri sogni, o almeno quelli più importanti, diventino realtà? ;)



martedì 18 dicembre 2012

Lo chiamano team building

Trasferirsi per due giorni in montagna, con un pullmino nove posti che assomiglia così tanto a quelli delle gite scolastiche.
Cercare di schivare la moglie del capo che cerca di intonare "Quel mazzolin di fiori" a ogni tornante.
Riesumare la tuta da sci e notare con piacere che, con tre chili di meno, i bottoni dei pantaloni si chiudono.
Simulare la costruzione di un campo base sull'Everest e scervellarsi per immaginare come sia un palo puja tibetano.
Fare merenda a strudel caldo e cioccolata con panna.
Trascorrere una mattina a fare orienteering in mezzo alla neve. Perdersi clamorosamente e maledire a denti stretti l'organizzazione che ha piazzato l'ultima lanterna in mezzo a un bosco.
Scivolare sul ghiaccio e ridere come oche delle cadute altrui.
Dormire con Collega Nuova e avere la riprova della sua abilità nel farti confidare qualsiasi cosa, anche quello che in genere non ti attenti a condividere con altri.
Rispolverare le legature imparate agli scout e ricordare le esperienze dei campi estivi con altre due ex esploratrici.
Togliersi il cappello di pelo e accorgersi di avere una specie di gatto morto in testa, al posto dei capelli.
Descrivere i tuoi colleghi cercando di destreggiarti diplomaticamente e poi ricevere complimenti inaspettati che ti scaldano il cuore.

Lo chiamano team building ma di fatto ieri, al rientro in ufficio, Stakanov era incazzosa come un'orca a dieta, molto peggio di quando siamo partiti.
Lo chiamano team building ma a me è sembrata tanto una vacanza natalizia, immersi in una vera winter wonderland

giovedì 6 dicembre 2012

RobinTravel per capodanno

Giorni lenti e sonnacchiosi al lavoro, giorni in cui il Capo gira come una trottola e noi rimaniamo in attesa di informazioni per procedere nei nostri settori. Non che ci sia fretta comunque, dato che i primi eventi ricominceranno in primavera.
E allora succede che, per sfuggire alla narcolessia (in questi giorni solo tè deteinato, per non dar man forte all'ansia: non so se vi immaginate le dimensioni della mia bolla al naso post pranzo, degna del più classico cartone giapponese) arrivi anche a questo punto: aiutare Stakanov a prenotare il suo viaggio a Parigi per capodanno. E non solo: ci sto prendendo quasi gusto a cercare per lei le tariffe più economiche, le coincidenze più comode e a suggerirle le zone più carine da visitare. E lei ci sta decisamente prendendo gusto a usarmi come agenzia di viaggio. Ma, com'è come non è, sono diverse ore che lavoriamo fianco a fianco allo stesso computer senza beccarci.
Magia del Natale o della noia? ;)
E voi? Cosa farete per capodanno? Ma soprattutto, capodanno vi piace? Vi confesso che io lo odio: non mi dispiacerebbe addormentarmi il 30 dicembre e svegliarmi direttamente il 2 gennaio; oppure lavorare, che dicono paghino benissimo per la serata del 31 ;) Ma visto che al resto del mondo piace festeggiare, credo che quest'anno andrò nella vecchia, bellissima Venezia.

lunedì 3 dicembre 2012

Il primo weekend di dicembre

Eccomi di nuovo. C'è voluto un po' di tempo per infilare i fantasmi recalcitranti nell'armadio, ma pare che il grosso sia fatto. Ce n'è ancora qualcuno che, appena ti volti, fa capolino dall'anta, ma conto di fargli perdere definitivamente le mie tracce quando avrò issato il Babbo Natale sulla punta dell'albero ;) (Per quale motivo dovrei allestire un mostro di due metri, se non per nascondermici dietro a sgranocchiare dobloni d'oro* e bere tè alla cannella**?)

Ed era ora perchè non c'è mica tempo per massaggiarsi le ossa rotte! Mentre ero impegnata a giocare a ramino con i fantasmi autunnali, gli elfi si svegliavano dal letargo e Rudolf iniziava a lucidarsi il naso rosso: è già dicembre! E il nido aspetta fremente la sua veste invernale :)


lunedì 26 novembre 2012

Giorni un po' così

Latito da un po' di tempo, lo so.
Sono giorni inquieti questi ultimi sprazzi d'autunno, momenti in cui i vecchi fantasmi tornano a farmi visita e non vogliono andarsene, nonostante lo sappiano anche gli spiriti che dopo un po' l'ospite diventa sgradito, anche se è un conoscente di vecchia data ;)
Pomeriggi in cui non hai nemmeno la voglia di toccare un dolce e allora ti stordisci di musica buona, rassicurante, quella che sai di amare anche se in quel momento non riesce ad arrivare al tuo cuore spaventato. Giorni in cui è quasi confortante tornare in ufficio e sedersi alla scrivania per riprendere il tran tran di chiacchiere, riunioni e pianificazione dei prossimi eventi.
Il bello di queste tempeste emotive è sapere che, prima o poi, passano. E mentre aspetti che la bufera si sposti un po' più in là cerchi di ricordare i piccoli piaceri che nonostante tutto illuminano i tuoi giorni e di cui non devi osare dimenticarti:

- Una trasferta a Firenze, con sopralluoghi in hotel lussuosi dove è poco probabile che saresti entrata altrimenti. E un pranzo all'aperto, baciati dal sole, al circolo dei canottieri che si trova in riva all'Arno giusto a mezzo metro dal Ponte Vecchio.
- Una bellissima avventura che inizia (e per seguirla meglio ho anche aperto, udite udite, un account twitter!) e un'altra che si è appena conclusa nel migliore dei modi.
- Sentirsi brava perchè sei riuscita a strappare ottime tariffe (tu che nella vita privata non contratti neanche morta) e perchè hai trovato cinque nuovi clienti (che in realtà è stata più una BDC che fortuna, ma non perdiamoci nei dettagli).
- Un breve corso di russo, lingua che mi incuriosisce da tempo.
- L'affetto di molte persone che scrutano il tuo viso e sono pronte a raccoglierti appena ti senti giù. E non è cosa da poco anche se la si dà per scontato troppo spesso.
- Una collaborazione tanto imprevista quanto piacevole.
- La consapevolezza che la malinconia è di casa in ogni nido, perchè prima o poi everybody hurts.

Però ci sono sempre, eh? E, anche se non ho tanto da dire, passo sempre dai vostri blog :)

giovedì 15 novembre 2012

Come montare un IVAR angolare IKEA - senza lasciarci le penne

Già questa avventura all'IKEA era nata male: domenica dovevamo goderci allegramente un mercatino dell'antiquariato specializzato in vecchi spartiti (e va beh, magari avrei potuto trovare anche qualcosa di interessante per me, ad esempio la plafoniera per il corridoio, visto che la lampadina penzola ancora tristemente dal muro da tre anni ^^') e invece ci svegliamo sotto il diluvio.
Poco male: i piani A esistono solo per trasformarsi con disinvoltura in piani B, giusto? E cosa c'è di meglio di una domenica piovosa trascorsa all'IKEA? Ecco, immagino sia la stessa brillante idea che hanno avuto un milione di miei concittadini, dato che alle quattro del pomeriggio non si trovava un posto non dico nel parcheggio dell'IKEA, ma neanche in quello del magazzino di fianco, o dal benzinaio, o sulla rotonda O_o
Ma ultimamente Robin ha affinato una tecnica zen da fare invidia: quando sono fuori dall'ufficio voglio godermi ogni attimo del meritato riposo e non permetto a niente di rovinare la mia "vacanza". E quindi inner peace in modalità on: chissene se bisogna camminare lentamente perchè davanti alla fila c'è la nonnina col deambulatore che scruta ogni singola padella, chissene se ci metti più tempo alla cassa che a riempire il carrello, chissene se l'ultimo pacchetto di candele rosse l'ha preso la signora davanti a te (ecco, qui confesso che uno sguardo omicida mi è partito) chissene se lo scaffale che hai comprato è troppo lungo per la tua macchina e devi praticamente smontarla per riuscire a chiudere il baule E far entrare tua madre nel posto del passeggero senza ripiegarla come un origami.
Sì perchè Mr Owl si è guardato bene dal venire con me. "Devo lavorare" è stata la scusa ufficiale, ma dal sorrisino con cui mi faceva ciao ciao mentre mi avviavo al fronte deduco sapesse esattamente cosa si perdeva!

Ecco, dicevo. Dopo un primo round così, dovevo intuire che il secondo non sarebbe stato da meno. 
Il primo step di montaggio consiste nello svuotare lo scaffale che c'è già per spostarlo nell'altra parete. Fase che riserva molte sorprese: ad esempio, sapevate che abbiamo due scovolini da water di ricambio? Io no. Ho scoperto anche che possediamo una ventosa! Toh è non dev'essere la prima volta che dimentico di averla, visto che alla spicciolata nel saltano fuori altre due tre. Dopo varie carrambate simili lo scaffale è vuoto e pulito. Abbiamo, è vero, il problema che tutto lo spazio vitale della lavanderia è occupato dalle cianfrusaglie prima accalcate sopra quei quattro ripiani, ma Robin è una ballerina e, in quanto tale, agile come una gazzella per definizione: saprà sicuramente destreggiarsi con grazia in quel casino infernale. 
Ecco quindi che fa il suo ingresso nella lavanderia il temuto IVAR angolare. Vorrei attirare la vostra attenzione su un particolare non di secondo piano: sul sito dell'IKEA, alla pagina IVAR, non troverete l'immagine del pezzo angolare e non è un caso. Chiunque abbia avuto a che fare con quello scaffale infernale (staff IKEA incluso, quindi) sa che montarlo da soli è qualcosa che sfida le leggi della fisica, a meno che non siate una piovra o la dea Kalì.
Ma a Robin rimaneva una considerevole scorta di inner peace, quindi con ottimismo ha pensato di riuscire a farcela, con calma e pazienza, in un qualsiasi dopolavoro, mentre aspettava Mr Owl per cena. Per dovere di cronaca, vi avverto che la pazienza, la calma e l'ottimismo si dissolveranno una decina di secondi dopo, esattamente quando sarete lì come Atlante che regge in equilibrio precario un piccolo cosmo costituito da: un ripiano in bilico sulla testa come le anfore delle donne africane, due montanti traballandi retti da altrettante mani, il montante d'angolo tenuto contro il muro col ginocchio. Ed è in quel momento magico che l'ultimo montante deciderà di franare sul freezer, dove avevi appoggiato una marea di candele e lanterne, facendo cadere il portalume più grande del gruppo che si fracasserà a terra sparpagliando vetri dappertutto. Ma la cosa peggiore è che, in tutto 'sto casino, uno dei perni su cui deve appoggiare il ripiano che ancora reggi in testa cade tintinnando e si mimetizza tra i cocci di vetro. Ovviamente senza quel piccolo, insignificante perno la struttura non si reggerà in equilibrio da sola. Ecco quindi che scruti disperatamente tra i vetri e, una volta trovato il dannato perno, cerchi di raccoglierlo senza muoverti: inutile allungare la mano, quindi provi ad articolare le dita del piede ma non riesci comunque ad agguantarlo. Desideri ardentemente il braccio allungabile di Carletto ma non è in dotazione, sorry, bisogna ricominciare la procedura da capo. Appoggia tutto, pulisci*, raccogli il perno e rimettiti in quella posizione da twister verticale: ripiano in testa, montanti in mano, angolare fermo col ginocchio... e perno in bocca, che non si sa mai.
Vorrei fosse messo agli atti che la successione si è svolta senza bestemmie nè parolacce.
Quando finalmente i montanti ballerini saranno fissati al primo ripiano ti sembrerà che il grosso sia passato e da lì sia tutta discesa. Eheh... Illusa! L'IVAR è un po' come il limbo: man mano che ci si abbassa arriva il difficile. E, beh, vi risparmio le mie performance di limbo casalingo, arrotolata fra il muro e il pavimento ^^'

Non vi risparmio invece il risultato finale :)



* Potrebbe succedere anche che, raccolti tutti i cocci, tu ti accorga che i sacchi della differenziata sono irraggiungibili, sotto alle scatole che sono sotto ai cesti che sono dietro alla lavatrice. Allora lasci da parte la paletta piena di vetri e te ne dimentichi, almeno fino a quando, indietreggiando per rimirare il lavoro finito, non la rovesci con una pedata. Ma francamente, bisogna essere portati a una certa sfiga per questa chicca finale: non aspettatevi di poter replicare così, come se niente fosse ;)

giovedì 8 novembre 2012

Tre anni

Tre anni fa varcavo la soglia del nido con il magone, la tremarella e una dozzina di valigie che avevo riempito a casaccio, con gli occhi velati di lacrime.
Dopo una notte insonne rannicchiata in quello che rimaneva del mio piccolo appartamento smobilitato, guardavo con malinconia il mio mondo smantellato, vuoto e irriconoscibile, sentendomi persa e smarrita come non era mai capitato prima di allora.
Tre anni fa affrontavo un trasloco lampo sotto un temporale e planavo nel cuore di una città rumorosa, fradicia e buia, sentendomi un po' straniera e molto brutto anatroccolo.
Vagavo in punta di piedi in quell'appartamento enorme e silenzioso, chiedendomi se avrei mai sentito mia quella casa che non avevo scelto, non avevo arredato e che non mi rispecchiava minimamente. E mi sembrava impossibile.
Tre anni fa suocera Gufa m'incontrava in cortile e chiedeva garrula "Allora, come si dorme in casa gufi?" dando per scontato che fossi al settimo cielo e perchè no, anche orgogliosa di essere entrata nel loro clan. Non è stato facile resistere alla tentazione di sottolineare che, a dir la verità, a casa mia dormivo benissimo e che, se non fosse stato per Owl, mi sarei guardata bene dal lasciare il mio sperduto angolo di campagna per trasferirmi in quel quartiere, per quanto elegante e centrale potesse essere.

Due anni fa il dolore del cambiamento era stato faticosamente sedato, ma preferivo evitare di pensarci per paura che riemergesse quell'ondata di sentimenti travolgenti e destabilizzanti. Il trasloco era un argomento tabù e festeggiare era impensabile. Nel perfetto rituale di rimozione, nè io nè Mr Owl avevamo ricordato la data.
Due anni fa di notte mi svegliavo ancora al passaggio del camion lavastrade e di giorno sentivo la mancanza del cinguettio dei piccoli abitanti del vecchio giardino.
Due anni fa la malinconia dell'autunno si manifestava con tutta la sua prepotenza e mentre sistemavo gli addobbi natalizi in cantina avevo ancora i lacrimoni.

Un anno fa eravamo qui 

Ieri c'era un sole meraviglioso che ci sfidava a sfoggiare il nostro sorriso migliore. L'ennesima trasferta di Mr Owl è finita prima e lui è potuto tornare a casa per festeggiare come si deve. Beh, si fa per dire: alle dieci era già sotto le coperte ^^'
Però abbiamo apparecchiato con la tovaglia (quella usata solo due volte, che le padelle sono negli angoli e non si vedono ;D) e per una volta non ci siamo affidati alle provviste congelate.



Non che le candele manchino mai a cena, ma per l'occasione ho acceso un lumino nuovo, invece dei rimasugli che riciclo di solito ;)





lunedì 5 novembre 2012

Momenti di sconforto, ma adesso ritorno

Succede, quando ti risvegli dopo un lungo ponte di ozio completo, ti rendi conto che è già lunedì e, ancor peggio, che non hai portata a termine preso in minima considerazione neanche una delle tantissime cose che ti eri proposta di fare. Perchè dormire è sacrosanto, oziare è lecito, ma quando trovi i resti dei tuoi esperimenti dolciari ancora nel lavello, la valigia di Mr Owl ancora aperta nell'ingresso ("Cosa la disfo a fare? Tanto domani riparto già"), il bagno che sembra un residuo di Halloween (vi ricordate il film "Non aprite quella porta?" Ecco, preciso) e ti rendi conto che non avete trovato il tempo di valutare i preventivi delle librerie che aspettano da un mese, beh, allora un po' di sensi di colpa sono inevitabili.
E lo sapete qual è la cosa peggiore? A voi lo posso dire, tanto non mi conoscete. La cosa che mi fa più arrabbiare è che me la sono goduta proprio: ho trascorso quattro giorni a leggere, scrivere e bere tè. E basta. Ed è stato un paradiso :)
Certo, la vaga sensazione che la resa dei conti sarebbe arrivata era sempre lì che aleggiava silenziosa ma lo sappiamo cosa si fa delle coscienze moleste, no? Zac! Si spiaccicano al muro con un colpo di martello. E si torna a dedicarsi a quello che si ama davvero. D'altra parte non si può aprire la diga e credere di poterla arginare a piacimento, non ci si può circondare di libri, farsi venire idee e pensare di non esserne rapita completamente, di voler fare qualcos'altro che non sia perdersi in storie, sulla carta o nella tua testa. Poi succede che il lunedì mattina i personaggi dei tuoi adorati libri si dissolvano e che rileggendo quello che hai scritto provi un brivido di disgusto: davvero ho scritto io questa roba? E davvero ho sprecato quattro preziosissimi giorni di festa (per non parlare della settimana precedente) per partorire questo? Ed è lì che arriva lo sconforto, in punta di piedi ma inevitabile, e ti fa nascondere la coda fra le gambe per la vergogna. E così capisci che è venuto il momento di prendere di petto questa fase creativa e infilarla di nuovo nel vaso, chiudendo bene il tappo. Eccomi, ce l'abbiamo fatta, sono tornata.


P.S. Dubito di aver scritto un post comprensibile per qualcun altro che non sia me stessa, ma adesso che ho fatto outing sto meglio :)

P.P.S Mamma pettirosso sottolinea come non sia del tutto corretto dire che ho dedicato il ponte al fancazzismo spinto. Qualcosina ina ina l'ho fatta, ovvero tanti dolci per lei e le zie venute in trasferta e questa


martedì 23 ottobre 2012

Imparando ad amare l'autunno


Quest'anno ci sto provando ad apprezzare l'autunno. Nei pochi giorni in cui sono a casa (ricorderete il nostro tour de force, a cui nel frattempo si sono aggiunte una sua trasferta in Toscana e una mia a Padova, questa settimana) mi sforzo di ignorare le giornate che si accorciano a vista d'occhio e concentrarmi solo sui regali più belli di questa stagione






Vi dirò, credo di poterci riuscire :)


martedì 16 ottobre 2012

Linate - Palermo andata e ritorno

Sotto sotto lo sapevo che sarebbe andata a finire così. O meglio, lo sospettavo. Tanta ansia prima di partire e poi il giorno fatidico tutto sommato sarei riuscita a racimolare un discreto coraggio, quel tanto che basta per affrontare il volo senza isterie.
Quello che non mi aspettavo era questa "illuminazione" e soprattutto che l'efficacia del nuovo trucco per tenere a bada la paura di volare fosse così potente. E semplice :)
Vi dico solo che all'andata sono bastate cinque misere gocce di xanax dopo colazione e al ritorno, udite udite, NULLA. Non sento tonfi di lettori ribaltati dalle loro sedie. Allora forse dovrei aggiornarvi sulle mie statistiche personali: erano un paio di anni che non volavo senza "doping", o meglio una volta o due ci avevo provato, ma con enorme sofferenza. E invece domenica notte ero mediamente calma: ho chiacchierato con i miei vicini di posto, ho fatto coraggio a una persona che aveva paura e ho perfino bevuto ben due tè, uno prima e uno in volo. Non deteinati eh?! Al segnale di allanciare le cinture di sicurezza non mi è neanche balzato il cuore in gola: oh gente, non ero io! Ero posseduta dal daimon dell'aviatore ;D Insomma signori e signore, un successo trionfale! Non mi illudo che questa sia una svolta nel mio odio per il volo, ma non me la sento neanche di ignorare questo "piccolo" evento, questa soddisfazione incontenibile. La mia più grande paura tenuta al guinzaglio: che inebriante sensazione di onnipotenza! Mi sentivo padrona del mondo :)
Detto questo, la trasferta sotto certi aspetti è stata proprio come me la immaginavo.

venerdì 5 ottobre 2012

Cercasi psiche sana per momentaneo cambio d'identità

Se posso darvi un consiglio, quando una paura vi attanaglia non cercate conforto nei racconti di chi si trova nella stessa situazione: il terrore potrebbe aumentare in modo esponenziale. Nello specifico, ho letto in giro forum e articoli sulla paura di volare in vista della trasferta siciliana della settimana prossima... E adesso me la sto facendo sotto :(
Ci mancava solo 'Alberto di 33 anni da Roma' che racconta un vuoto d'aria con persone che schizzavano contro il soffitto della cabina. Grazie Alberto, non ho mai avuto il piacere di vivere una simile esperienza, ma brinderò alla tua col primo flacone di tranquillante che tracannerò all'alpina.

Essere così bloccati davanti a qualcosa di cui la maggioranza della gente non si accorge nemmeno è, a dir poco, frustrante e umiliante. Puoi far finta di essere come gli altri, comportarti come loro "Sì, prendo il giornale, grazie" (come se lo leggessi...) "Wow, il pranzo, che bello! Morivo di fame" (come se riuscissi a mandar giù qualcosa...) e forse darla a bere a qualcuno, ma il contegno che ostenti non placa certo il ciclone dentro di te.
Avrei potuto anche cercare di schivare questa trasferta ma... Cavolo, non accetto l'idea di dover rinunciare a un'occasione o tirarmi indietro sul lavoro solo per una paura irrazionale come questa!

Vorrei essere una di quelle che prendono l'aereo come se fosse una metropolitana, che si riempiono l'agenda d'impegni fino a un'ora prima del decollo e non sanno neanche quanto dura il loro volo "Boh, un'ora? Due? Non so di preciso, tanto io dormo" e giù col migliore sorriso Durbans.
E non una sfigata che deve imbottirsi di xanax dal giorno prima, seguire un rigido protocollo antiansia e aspettare l'imbarco dal bagno dell'aeroporto :(
Non potete neanche immaginare come invidi la vostra serenità, voi che vi addormentate prima ancora che l'aereo inizi a rullare e vi eccitate per un decollo. Perchè non posso essere voi? A volte è così deludente essere me stessa...

martedì 2 ottobre 2012

Chi è Stakanov

Stakanov è quella che la contabilità è una scienza esatta solo quando la deve insegnare a te. All'atto pratico non pensare di riuscire ad accontentarla seguendo scrupolosamente le sue indicazioni: a volte servirà la ricevuta cartacea e a volte basterà la copia via email, certe spese andranno fatturate a una società e certe altre all'altra, ma il criterio per distinguere le varie casistiche rimane nascosto in qualche meandro oscuro della sua mente. O forse non te lo vuole svelare per scongiurare il rischio che anche tu combini qualcosa di giusto ;)

E' quella che rivela somiglianze inquietanti con mia Nonna Strega, prima fra tutte l'abitudine di cantare quando è nervosa, perlopiù motivetti allegri e scherzosi. Non fatevi ingannare se fischietta con brio, è un chiaro segno di nervosismo! Uomo avvisato...

E' quella che non azzecca mai il pattume giusto. Caschi il mondo, nel cestino della carta troverai sempre un bicchierino del caffè e nell'indifferenziato dei fogli appallottolati (magari anche col retro immacolato, di quelli che io volendo userei volentieri per il riciclo). Come non sospettare che lo faccia apposta? Una precisione così non è altrimenti spiegabile.

E' quella che si crede un personaggio di Beautiful. "Sai Robin? Ho le farfalle nello stomaco - sospira con occhi luccicanti - E' stato amore a prima vista, quindi ho deciso di troncare con Tizio... Però prima vorrei fare l'amore con lui per l'ultima volta" O_o

E' quella che si fa un punto d'onore nel pagare i fornitori in ritardo, anche solo di un giorno. In questo modo si fa rispettare, si dimostra una persona più importante. E se voi credete che sia solo maleducazione, si vede proprio che non avete capito un cavolo del mondo del lavoro!

E' quella che, pur avendo in vita una ciambella di ciccia che fa impallidire la mia, afferma di non ingurgitare più di 600 Kcal al giorno. Seicento, avete capito bene. Ovviamente resisto all'impulso di risponderle "Bella mia, con 600 kcal al giorno non staresti neanche in piedi!" Ma quando insinuo delicatamente che forse, ogni tanto, per sbaglio, tracanna una coca cola, si scofana una pizza o sbafa con indubbio gusto una tavoletta Lindt lei nega categoricamente.
Allora credo che Stakanov sia anche quella che ha una sosia identica a lei in tutto e per tutto, tranne per il fatto che stramangia al posto suo.

Stakanov è senza dubbio quella che oggi pomeriggio ha ricevuto un mazzo di rose rosse con il bigliettino "non c'è bisogno di un'occasione speciale per festeggiare".
Il che mi fa venire due dubbi:
1) che io non abbia capito niente
2) che stasera Mr Owl si prenderà un cazziatone coi fiocchi!

sabato 29 settembre 2012

Rientro al nido

E così lo scorso weekend siamo tornati nel nido.
E' una settimana che cerco di finire questo post, ma tra gli scatoloni, le lavatrici del cambio armadio e la domenica passata a seguire un evento da casa non sono riuscita ad andare molto avanti ^^' Vediamo se oggi va meglio...

Non so se sia un meccanismo di difesa psicologico o se davvero quest'anno avessimo mobilitato più roba, fatto sta che il trasloco si è rivelato una fatica immane: non ricordavamo una lavorata simile l'autunno scorso!
Al terzo giro in macchina mi sono detta che l'estate prossima farò a meno di lanterne, lumini e candele (ci credereste che mi hanno riempito due sacchetti grandi?)
Al quinto giro, issandomi sulle spalle uno zaino all'Ambrogio Fogar pieno di libri, mi sono ripromessa di non spostare mai più un singolo volume dalla libreria di casa (ignorando volutamente il fatto che, purtroppo, l'estate è l'unico periodo in cui ho davvero tempo per leggere)
Al settimo giro, con l'ennesimo carico di abiti sulle spalle, con le grucce che ti segano le dita e i vestiti che scivolano per terra che è una meraviglia - praticamente li semini dietro di te come la scia di briciole di Pollicino - ho sbottato giurando di buttare tutto quello che non ho messo questa stagione (e più o meno l'ho fatto davvero! Quattro sacconi pieni per la Caritas, Aleeee!)
All'ultimo giro, mentre io e Mr Owl arrancavamo trascinando addirittura il freezer, abbiamo deciso che la prossima estate si mangeranno solo insalate! ;)

A metà settembre avevo iniziato a sentire voglia di casa. E' una sensazione ancora nuova e piacevolissima notare come il nido in città, quell'appartamento a cui mi sono adattata con fatica, sia diventato ormai "casa". Con l'arrivo della pioggia e di temperature che invogliano a trascorrere più tempo dentro anzichè in giardino, avevo proprio voglia di rimpossessarmi di quegli spazi accoglienti e riforniti di tutto quello che è "mio": la scrivania con le mie cose, il materiale per gli esperimenti creativi, l'adsl, una cucina moderna e attrezzata (che soddisfazione accendere di nuovo il forno!) e in generale un ambiente più caldo, intimo e raccolto.
Non pensavo che avrei sentito il distacco dalla campagna e dalla vecchia casa dove sono cresciuta, dato che ormai non ha più nulla dell'atmosfera che conoscevo. Invece confesso che un po' di magone c'era via via che svestivo le stanze dei pochi soprammobili e impacchettavo tutti gli oggetti che avevano reso la casa ancora viva per quattro mesi. Mi sono sentita (stupidamente, lo so, ma la sensibilità non è razionale, no?) come se la stessi abbandonando, tradendo un'altra volta. Il pensiero di non poter più fare il pieno di sole al mattino, aprendo tutte le finestre che danno a est, di non avere più Tigro e il suo amichetto che si intrufolano tra le nostre gambe rischiando di farci cadere, di non dover più innaffiare il basilico, le rose e le piante aromatiche hanno risvegliato una malinconia inaspettata.
Per un attimo avevo dimenticato che la mia natura ha una vena malinconica con cui devo sempre fare i conti, che mi porta ad affezionarmi a qualsiasi luogo e a faticare ad affrontare ogni piccolo cambiamento.
La novità positiva è che la fase di spaesamento è durata molto poco. Il guardarsi intorno confusi "Ma dov'è che li tenevamo i taglieri?" "Mr Owl, guarda che il primo cassetto era il mio tu avevi quello lì sotto!" è passato e ci siamo ri-impossessati di casa come se non fossimo mai andati via. Il risultato è stato appagante :)


Mr Owl si è cimentato nel primo spezzatino della sua carriera - che è riuscito perfettamente!!! Tanto che, nonostante la dose fosse per un esercito, abbiamo congelato solo due tupperware superstiti ^^'

Ho riscoperto gli oggetti che amo e che quasi non ricordavo


Mentre Mr Owl iniziava la sua luna di miele col pianoforte (un romantico tete-à-tete che durerà ancora qualche giorno)


Ho rimesso a posto tutte le candele e le lanterne che avevo traslocato ;)


E stasera festeggiamo con una ventina trentina * di ospiti. Alè :))
Buon weekend a tutti voi!

* aggiornamento delle 13.00 - nel frattempo gli invitati sono aumentati ;)

venerdì 21 settembre 2012

I paesi baschi francesi


Dov'eravamo? Alle mie lamentele sul fatto che Biarritz non sia una pittoresca località basca mi sembra ;) Con questo non vorrei darvi l'impressione che sia una città fatta solo di palazzoni abominevoli, anzi, lungo la costa ci sono splendidi quartieri residenziali, una ricca sfilata di ville e villette che dimostrano la fantasia e la cura dei proprietari



martedì 18 settembre 2012

Il contraccettivo del XXI secolo


Pillole, cerotti e spirali? Roba passata, non ne avete più bisogno. Adesso c’è un metodo contraccettivo più moderno e, udite udite, è anche gratis.
Si chiama lavoro.
Il lavoro che prima in modo subdolo poi sempre più prepotentemente si insinua nella tua vita privata e la influenza, fin quasi a dirigerla nei periodi più intensi.

Prima di tutto, ci sono le trasferte. E’ evidente che passare giorni o settimane (talvolta mesi O_o) fuori casa influenzi la vita di coppia, soprattutto se a viaggiare per lavoro sono entrambi. Ovviamente i periodi di trasferta, lungi dal sovrapporsi, tendono a combinarsi in un incastro perfetto, come un continuo passaggio di testimone: vi salutate sul pianerottolo, tu che arrivi e lui che parte; vi lasciate messaggi su post it appiccicati in giro per casa; vi litigate le valigie “No, quella grande la prendo io che vado al freddo: tu non hai bisogno di spazio per piumini e maglioni pesanti” “Mi presti il tuo porta-abiti? Il mio… ehm… l’ho scordato in un qualche hotel”.
Tanto per citare due sfigati a caso, io e Mr Owl abbiamo davanti a noi un programma lavorativo che non lascia spazio alla noia della routine casalinga:
25-27 settembre – lui fuori città
4-7 ottobre – io sotto evento (compreso il giorno del suo compleanno, tanto per gradire)
10-14 ottobre – io in Sicilia
15-18 ottobre – Lui in Germania
22-25 ottobre – Lui di nuovo in Germania

Ma ci sono anche interferenze più subdole. Vi dice qualcosa l’espressione “sonno atavico”? Vi suona qualche campanello in testa se parlo di cadere privi di sensi appena ci si mette in orizzontale (e talvolta perfino in verticale ^^’)? Vi è mai capitato di allungare la mano verso il vostro compagno, di ammiccare un “Avrei voglia…” E poi zac! crollare in preda a un’incontrollabile narcolessia per riprendere coscienza solo la mattina dopo, senza neanche ricordarsi come siete arrivati a letto? Spero di sì, non sarei orgogliosa di essere l’unica che cade in catalessi già mentre sale le scale o prima che finiscano i titoli di testa di un film O_o

Per non parlare poi delle uscite con gli amici, che mica possiamo isolarci dal mondo per colpa del lavoro! Amici che, ovviamente, hanno anche loro un lavoro e compagni con i rispettivi impegni, cosicché trovare una serata libera per tutti è più difficile che risolvere un puzzle di 10000 pezzi. Va da sé che, se la ‘sera buona’ è proprio l'unica in cui tu e lui potreste stare a casa tranquilli, mica si può far saltare una trattativa diplomatica durata settimane. Delle eventuali attività sportive/artistiche che giocoforza vanno stipate alla sera non parlo neanche, tanto ci siamo capiti, mi pare.

Non che mi stia lamentando, eh? Se devo fare un bilancio, al momento il mio lavoro mi piace e sicuramente Mr Owl ama il suo. Ho sempre pensato anche che un po’ di distanza non faccia male alla coppia: si evitano discussioni inutili, fatte quasi per abitudine, e si sfrutta al meglio il tempo trascorso insieme. Però, ecco, sottolinerei quel un po’. La routine quotidiana ha altrettanto valore. Poter parlare senza l’orologio in mano, poter dedicare alla coppia del tempo di serie A, non gli scampoli che restano dopo che il lavoro ti ha macinato le energie è un grande traguardo.

Alcuni mesi fa, al termine del tour de force di eventi primaverili, ho incontrato un’ex collega che ha ritmi ancora peggiori dei miei, dato che le sue trasferte sono ben più frequenti e fuori Europa. Tra battute comiche e considerazioni amare, mi raccontava che da sei mesi cerca di avere un figlio, senza successo.
Nel caso non lo sappiate (io non lo sapevo ;)) i giorni fertili di una donna sono solo 4/5 ogni mese e, guarda caso, non è detto siano “sfruttabili”: una volta proprio in quei giorni non sei a casa, l’altra volta hai l’influenza, l’altra ancora torni a notte fonda e ti infili a letto in punta di piedi, per non svegliare il tuo compagno che già dorme della grossa. Per non parlare delle volte in cui magari non ti va perché, diciamocelo, avere scadenze e pressioni anche da questo punto di vista è quanto di meno spontaneo e romantico si possa pensare! E anche quando - alleluia – siete entrambi a casa, sani, svegli e desiderosi, può capitare che i tentativi non portino subito a un risultato positivo: non crederete mica che la natura si faccia piegare dai vostri desideri o dai ritmi del vostro lavoro, eh?

Mentre io ridevo delle sue peripezie lei mi ha fatto tornare coi piedi per terra: “Cosa credi, Robin, che se tu fossi nella mia situazione ti andrebbe molto meglio?”
Incuriosita, mi sono un po’ documentata (come tutte le donne per cui la maternità è una nebulosa eventualità del futuro remoto, non sapevo neanche quanto durasse il mio ciclo ^^’) ho fatto due calcoli e risulta che: ad agosto in quei giorni ero a letto col raffreddore, a settembre Mr Owl era in Toscana, ad ottobre saremo insieme nel mio periodo mestruale :)
Mmmm, dite che per avere qualche speranza tra, diciamo 3/4 anni, è meglio che inizi a fare un po' di calcoli? ;)

venerdì 14 settembre 2012

La costa atlantica e l'Anglet


Se all’arrivo mi avessero detto che la tappa atlantica sarebbe stato l’apice della nostra vacanza, avrei risposto con una grassa risata. In effetti con Biarritz non è stato amore a prima vista. La mia prima impressione è stata di trovarmi in una città disgustosamente “fighetta” e completamente snaturata. Niente a che vedere con i pittoreschi paesini baschi della zona: le tipiche casine bianche col graticcio rosso lasciano il posto a palazzi lussuosi iper-recintati o, peggio, a mostri architettonici di 12 piani costruiti negli anni ’70 a ridosso della costa, quasi apposta per deturpare irrimediabilmente il paesaggio. Passeggiando sulla Grande Plage o dando un’occhiata alla gente dietro e davanti alle vetrine non mi sembrava nemmeno di essere in Europa: mi sentivo all’improvviso in America (dove peraltro non sono mai stata ;)) in una di quelle località balneari sull’oceano pacifico che si vedono in certi telefilm. Ho provato naturalmente un insolito straniamento, la vaga sensazione di essere nel posto sbagliato.


mercoledì 12 settembre 2012

Di criteri di ricerca strampalati e vincitori

In questi giorni un po' così, di umore indecifrabile, ho voglia di sorridere e farvi sorridere.
E il modo migliore in cui blogger riesce sempre a strapparci un sorriso sono i criteri di ricerca, non trovate?
Ecco quindi una carrellata delle voci più curiose che hanno portato al nido alcuni visitatori
(Per chi se li fosse persi, i post precedenti sono qui e qui)


L'arcobaleno felino
Di gattini neri con zampette bianche
Di gattini neri e grigi e gattini arancioni e bianchi teneri (e nient'altro?)
Gatti bianchi che sono pazzi
Gattini piccoli rossi rossi rossi (ho capito: rossi)

Meglio del prozac
Mi va tutto storto: risposte
Quando va tutto storto
Come non deprimersi in campagna
E un periodo che va tutto male
Fulmine baobab

I responsi della sibilla 
ovvero "ma 'sa vol dir?"
12 dicembre bolla planare (??)
Robin c guru (non so, ma mi piace questa ;))
Borsa a punto Arlecchino (esiste un punto arlecchino?)
Collina della luce (^_^)
La danza dello struzzo
Ohmmmm (:D)
La mia bicicletta è tutta rossa la tua (ben TRE persone arrivate così!)

Le richieste di diagnosi
Si può morire con la sindrome di tourette
Carne greve alla sera SI piedi
Donna con allergia divertenti (da quando l'ho letto sto pensando a un'allergia divertente: avete idee?)
Sindrome del pettirosso (??)
Precauzione neonato clavicola rotta

Le... E che ne so io?
Sensazioni prima del matrimonio
Non sai nemmeno (appunto)
Ogni quanto tempo guardaroba svecchiamento
Regole per abbinare colori polo all'incarnato uomini (cerchi proprio nel posto giusto!)
Moda cosa mi metto? 2012 stasera (The Blonde Salad è qualche migliario di followers più su)
Il segreto per far diventare il pane con i buchi (cioè, tipo una michetta emmenthal?)
Come fare una rapa 
(FARE in che senso? Cucinare una rapa? Disegnare una rapa? Sferruzzarla all'uncinetto?)
Regalo compleanno 32enne idea
Arredamento a prova di gatto
Come devo fare ho 30 anni EMME NE sento 18 uff
 Tavolo ufficio come diavolo veste prada (adesso però sono curiosa di sapere di che tavolo si tratta!)
 
Le insinuazioni che se vi prendo ve la do io!
Donna vestita sotto l'ombrellone 
(va beh che ho messo su qualche chilo, ma il costume ancora me lo concedo)
Costume meta sedere  
(sospetto che manchi l'accento nel metà e in questo caso rispondo Tiè! La 46 che alla fine ho comprato copre tutto il mio abbondante sedere)
Cosa avere nell'armadio a 40 anni  
(ripeti come un mantra: 32, 32, 32, 32... che dopo un po' si confonde con 23, 23, 23... Awwww :))))

Le frecciate audaci...
Donne in carrierE in cerca di avventure
Pelo ce ne è a dusseldorf (O_o)
Primo appuntamento con l'amante (la storia dell'amante attira tutti, eh?)
Quartiere a luci rosse dusseldorf 
Essen a luci rosse

... Compresa tutta una serie di feticismi sui collant
Solo collant
Autoreggente nel cassetto
Dentro un collant
I collant mi danno una bella sensazione (ben 2 nello stesso giorno)
Collant suocera (oh no! XD) 
Le calze della suocera (ancora??)

Tutti al lavoro
Cosa fare al lavoro per combattere la noia
Donne in carriera co0n jeans
Dopo 10 ore di lavoro finalmente a casa
Ritmi della donna in carriera
Lavoro aiuto (questa la sento molto mia, in effetti)


Stavolta ho smembrato la sezione "chicche ortografiche" e ho diviso le sue (tante!) voci nelle altre sezioni: tanto non vi possono sfuggire ;)


No, non me ne sono dimenticata! Io che non sopporto i contest che proclamano i vincitori in ritardo, ho fatto esattamente la stessa cosa ^^'
Perdonatemi, ma è stato davvero difficile scegliere un solo reportage perchè tutti, per un motivo o per l'altro, contenevano un particolare che mi aveva colpito. E' sempre bellissimo scoprire lo stile personale con cui le partecipanti sviluppano le poche regole: leggere i post in gara è come scartare un regalo, non sai mai cosa conterranno :)
A giudicare dai vostri commenti a questo post nemmeno i vostri giudizi erano unanimi, segno che tutti i reportage avevano una foto, un consiglio, una parte di voi che catturava il lettore. Ma ne dovevo scegliere uno solo :/ Per fare una selezione ho prima di tutto privilegiato i post che avevano seguito le istruzioni, toccando tutti i punti richiesti. Ma ne rimanevano comunque troppi! Quindi mi sono affidata all'istinto, concentrandomi sulla prima sensazione che mi trasmettevano...

... E alla fine ho scelto il post di Vaty su Bergamo :)

Spero che siate d'accordo con me :)
Vaty, da te aspetto di sapere che film vuoi che ti copi preferisci e a che indirizzo mandare il pacchetto.

A voi tutte grazie ancora per aver partecipato!!!

venerdì 7 settembre 2012

Lo dico piano…


Mercoledì era la giornata campale: approfittando di un viaggio di lavoro da sola col Capo avevo deciso di parlargli del problema Stakanov.
Per essere sicura di dirgli TUTTO quello che non andava mi ero preparata tre fogli di appunti che assomigliavano in modo imbarazzante allo schema di discussione di una tesi ^^’ (in realtà il discorso è durato 15’ eh? Mica l’ho incuffiato per 2 ore ;))
Ma non poteva essere altrimenti: per me parlare di certi temi delicati, tirare fuori i problemi e mettere “i puntini sulle i” è terribilmente difficile. Devo arrivare alla goccia che fa traboccare il vaso per decidermi a farlo. E anche allora, la fatica è sovrumana O_o Per evitare di farmi prendere da agitazione e timidezza, rischiando di non dire tutto, oppure di non dirlo con il giusto equilibrio tra educazione e determinazione, devo prepararmi come per un esame: brainstorming, selezione dei concetti principali, riordino in una scaletta coerente, condimento con esempi efficaci.
Sembra semplice, no?

E allora perché la notte prima mi sono rigirata nel letto fino a tardi e appena aperti gli occhi avevo già lo stomaco chiuso dall’ansia (per non parlare delle tre soste in bagno prima di uscire di casa ^^’)?
E com'è che quella che mi teneva compagnia nel parcheggio mentre aspettavo il Capo sembrava proprio una Gran Fifa? Dieci lunghissimi minuti che ti sembrano interminabili mentre ripassi gli appunti che ti tremano in mano, ma che “sono già finiti?” quando vedi la sua auto e ti rendi conto che è arrivato il momento.
E poi trovare la forza di intavolare il discorso, rompere il ghiaccio. Dopo i saluti c’è una pausa allettante, ma ti sembra troppo aggressivo partire subito in quarta, allora ti offri di inserire la destinazione sul navigatore e aspetti di uscire almeno dall’isolato.
Poi però gli suona il telefono e il terrore ti congela al seggiolino: e se adesso inizia con una delle sue telefonate fiume che durano un’ora? Non ti puoi permettere di perdere quella occasione quindi appena riaggancia ti decidi. Apri la bocca ma non esce parola. Allora deglutisci e ripensi alla prima frase del tuo discorso, te la imprimi a fuoco in mente e sulla lingua e al primo silenzio di almeno 3 secondi la sputi fuori con tutta la violenza con cui un pirata scaraventerebbe fuori bordo un prigioniero bendato.

E miracolosamente sopravvivi :)
Non solo: il capo è comprensivo e nient’affatto stupito. Wow!
Ci prendi gusto e acquisti sicurezza. Il tuo discorso fila via leggero e sciolto, meglio di quando lo provavi davanti allo specchio, praticamente perfetto. Il capo è d’accordo!
Non ci puoi credere. Lo senti parlare di provvedimenti e di sedute di team building a cui aveva già pensato di partecipare, ma non riesci a seguire bene il filo perchè dentro di te ci sono fuochi d’artificio che anche al Redentore si sognano.
Sai che il capo è un furbone e, soprattutto, che non è un mago capace di cambiare la natura incazzosa di Stakanov. Senti però che ha capito il messaggio e che in quel momento siete allineati. Per la prima volta dal rientro dalle vacanze il lavoro non ti dà la nausea.
Quando il tuo discorso finisce e lui ti mette una mano sul braccio dicendo con un sorriso “Per favore, Robin, resisti! Vedrai che sistemeremo queste cose” ti abbandoni a un’ondata di sollievo. Senti arrivare lo stesso relax che dopo un esame difficile all’università t’intorpidiva il corpo e t’intontiva la mente: lo stand-by più completo, o l'ultimo stadio di rimbambimento, se preferite :) L’auto sembra all’improvviso comoda come un divano a tre posti e il paesaggio dell’autostrada una cartolina toscana; tra la pioggia riusciresti a vedere arcobaleni, uccellini cinguettanti e nuvole a forma di cuore. Tutto sembra bellissimo e perfetto.

A parte quando mi caricano sul retro del golf cart e visito tutte le 18 buche inzuccandomi sul tettuccio e rischiando di esser sbalzata dal sedile a ogni curva (senza però smettere di ripetere “uh, che beeeelloooo”)
A parte quando a pranzo sono l’unica a non ordinare il dolce al cioccolato con cuore fondente (in compenso mi si allacciano di nuovo i jeans! Aleee :D)
A parte quando devo scrivere un papiro per sms mentre il capo vola a 180 Km/h sulla Cisa e il mio stomaco shakerato issa bandiera bianca.

Lo dico piano, perchè so che durerà solo fino alla prossima crisi, ma sembra che questo venerdì lascerò l'ufficio con un sorriso :)

lunedì 3 settembre 2012

Parco Nazionale dei Pirenei: Le Petit Train d'Artouste

Avremmo voluto rimanere una notte in più nel Parco ma l'hotel era strapieno, alla faccia di chi pensa che i Pirenei siano una meta turistica poco frequentata ;)
E così dobbiamo fare una selezione radicale tra tutte le visite che ci ispiravano in zona: c'è tempo solo per una di loro. Vinti dall'efficace marketing francese (e dalla carne grave ;)) scegliamo il Petit Train d'Artouste, orgogliosamente pubblicizzato come il treno più alto d'Europa.


venerdì 31 agosto 2012

Sul banco degli imputati


Dopo l'incubo lavorativo di ieri pomeriggio, stamattina l'ufficio era l'ultimo posto in cui sarei venuta. Iniziare la giornata facendo il conto alla rovescia per il sospirato weekend non è esattamente il modo più piacevole per trascorrere una giornata produttiva. Stare tutto il tempo sulle spine, aspettandomi un attacco da lei, ha riportato in auge la vecchia ansia e il mal di stomaco del liceo, quella che precedeva le verifiche e le interrogazioni importanti.

Come mi aspettavo, anche oggi l'atmosfera è densa, satura del suo cattivo umore che deprimerebbe anche un buddha, ingombra di silenzio pesante interrotto solo dai suoi sospiri rabbiosi che sfoga a intervalli regolari per ringhiare su qualunque cosa: il mio lavoro, la poca professionalità degli hotel, i preventivi che saranno anche stati approvati dal capo ma sono comunque troppo alti, niente sfugge alla sua collera.
E io posso anche essere d'accordo con chi dice che StakanovCollega deve avere una vita davvero poco appagante per essere sempre così arrabbiata, ma tutto sommato questo non mi consola, nè m'interessa nel momento in cui arriva a rovinare anche la mia, di vita.

Come se non bastassero i problemi sollevati dall'amministrazione, oggi pomeriggio viene anche a sindacare sulle ferie che non ho preso ("Perchè non sei rimasta a casa tutto agosto così chiudevamo l'ufficio?" O.O) e sugli straordinari che segno - che quando li fai sono indispensabili, ma quando li devi recuperare sono sempre troppi. Veramente, sento di non resistere un giorno di più qui.

Per sopravvivere con un mezzo sorriso a questo ambiente deprimente e ansiogeno cerco di tenere a galla una sottospecie di inner-peace e di rianimare la mia striminzita autostima concentrandomi su tutte le cose belle che mi aspettano al di fuori di questo ufficio, pensando a quanto le giornate nere sul lavoro siano poca cosa rispetto ai gravi problemi della vita che per fortuna in questo momento non ho, tentando di costruirmi la corazza di cui tutti parlano (e che al momento è un'idea ancora un po' nebulosa).

Vorrei ingannare il trascorrere lento delle ore provando a perdermi in un altro diario di viaggio, ma non ne ho proprio la forza, scusate :(



AGGIORNAMENTO DELLE 18.04

- E' ora di uscireeeeeee! Weekend ufficialmente iniziato, ALEEEE :))))))

- Un'amica che cerca lavoro e mi aveva chiesto di poter mandare il curriculum qui ha per caso conosciuto Stakanov (nella vita reale, non per lavoro). Dice che non ci pensa neanche ad aver a che fare con una ragazza così maleducata e arrogante.
Non so se la notizia mi abbatte ancor di più, al pensiero di chi devo sopportarmi - oppure se mi solleva il morale, perchè è la prova 1) che non sono paranoica 2) che i suoi difetti sono ben evidenti se lei li ha colti in un pomeriggio.

giovedì 30 agosto 2012

I "nidi" che partecipano al contest

 
Eccoci alla fine del contest estivo del nido!

Lasciatemi dire che è stata un'esperienza piacevolissima :) Ho apprezzato davvero tanto l'entusiasmo con cui avete accolto l'iniziativa, compreso quello di chi non ha avuto tempo di partecipare ma ha scritto parole di apprezzamento per l'idea.
Il contest è uno strumento di scambio che mi piace sempre di più, senza paragone rispetto al suo "parente povero" giveaway... Certo, i giveaway "rendono di più" in termini di aumenti di visite e followers, per non parlare di adesioni che fioccano da ogni dove; sono anche molto più semplici da organizzare, insomma, massima resa con poso sbattimento.
Ma a me lo sbattimento piace, mio e degli altri ;) Eheh
Non mi dà alcun piacere un follower che s'iscrive solo per avere l'occasione di vincere qualcosa, non c'è soddisfazione nello scegliere una persona a caso da una lista di partecipanti che neanche si ricordano di essersi iscritti (c'è chi apre un blog o un profilo FB solo per partecipare a giveaway, vi rendete conto?)
Al contrario, il contest è creato insieme da chi lo indice e dai partecipanti: c'è lavoro e impegno da entrambe le parti, c'è condivisione e scambio, comunicazione e divertimento (si spera ^^') reciproco. Per me non c'è davvero paragone.
Tutto questo per farvi capire che quando dico di essere piacevolmente sorpresa per la grande partecipazione, non ripeto una frase fatta e non sono ironica: secondo me 8 persone che si danno da fare per fotografare le loro città, prendere appunti sui suggerimenti da dare ai visitatori, trovare le parole adatte per esprimere l'loro amore per il proprio nido sono un'enormità :))
Quindi voglio ringraziare davvero di cuorele blogger che hanno raccolto la sfida e hanno scritto un post sui loro nidi.
Siete curiose di sapere chi sono? Eccole qui!

Laura descrive Bovalino

Iole ci invita Napoli

Silvia racconta Ferrara

Vaty ci porta a Bergamo

RobbyRoby parla di Cremona

Silvietta scrive una dichiarazione d'amore a Firenze

Anna ci fa scoprire Scandiano

Norma Jane ci suggerisce una vacanza a Milano Marittima


E mentre voi andate a curiosare nei loro blog, vi godete un viaggio virtuale in Italia e magari tornate per dare un voto al vostro reportage preferito, a me resta la patata bollente... E adesso chi nomino vincitore???? O_o



mercoledì 29 agosto 2012

Parco Nazionale dei Pirenei: Il Cirque de Gavarnie

Io li odio i montanari quando ti buttano lì frasi come "è una camminata facile", "dura massimo un'oretta", "certo, è adatta anche ai bambini" perché so con deprimente certezza che noi, forestieri cittadini, camminatori della domenica quando va bene, non riusciremo mai a realizzare le loro previsioni.
Anzi, è probabile che dobbiamo sopportare anche la beffa suprema: essere doppiati già alla prima curva del sentiero da un vegliardo montanaro che zompetta arzillo bastone in spalla. E a te non resta che guardarlo truce, il vecchietto, mentre si allontana saltellando di roccia in roccia come un capretto, lasciandoti ad arrancare con venti centimetri di lingua (riarsa) a penzoloni, tanto stanca da non riuscire neanche a lamentarti.

Però quest'anno ci avevo creduto. Pensavo, chissà, che sui Pirenei fossero più pappamolle rispetto agli atletici Alpini, che i Francesi non avessero la stoffa degli altoatesini. O forse avevo sottovalutato l'azione "inflaccidante" del lavoro a tempo pieno, quello che ti fagociata senza lasciare spazio per un minimo di attività fisica costante.
Insomma, in parole povere, mi ero sbagliata.

martedì 28 agosto 2012

I cinque sensi del rientro

Perchè la settimana scorsa abbiamo scherzato: tornare al lavoro col capo che fa solo due capatine veloci, sua moglie a casa e StakanovCollega ancora in ferie era praticamente una vacanza extra :)
L'ufficio vuoto tutto per me, internet a disposizione, il controllo totale del telecomando dell'aria condizionata, una decina di telefonate nell'arco della settimana per il resto un silenzio irreale, le incursioni sporadiche di collega straniera, a fagiolo per rompere l'eremitaggio e scongiurare la noia: sapreste immaginare un ambiente lavorativo migliore? ;) Difatti mi ero praticamente tramutata in blogger stalker, commento selvaggio e scrittura compulsiva, arrivando a pubblicare ben 3 post.
Tra ieri e oggi la musica è cambiata e il rientro mi è piombato addosso con tutta la sua potenza totalizzante, andando a stuzzicare ognuno dei miei sensi

La vista
Scoprire che tutto il mondo si è abbronzato tranne te non è la parte migliore del rientro. Anche se della tintarella tutto sommato non te ne frega niente. Questo perchè quest'anno credevo davvero di essermi abbronzata, e anche tanto! Ero orgogliosissima dell'insolita doratura da cotoletta che avevo conquistato in Francia, peraltro senza fatica. Peccato che questo dono singolare se ne sia andato con la rapidità con cui è venuto e ora mi trovo a fare impacchi di doposole sperando di mantenere l'ultimo velo di colorito che mi separa dal pallore invernale. Ovviamente i colleghi sono ancora di un bel terra di siena bruciata.

Il tatto
Riprendere confidenza con la mia postazione, con la tastiera e il mouse che sono leggermente diversi da quelli del mio mini portatile da vacanza. Eppure in quel "leggermente" c'è un mondo... - Sospiro -
Ma il tatto è anche la superficie della scrivania un po' impastrocchiata lì a destra, dove appoggio la tazza de tè, il mio fidato compagno di lavoro :) Pulirla ogni sera e poi mettere via il bollitore fa parte del rituale d'uscita dall'ufficio, un piacere che ho già riscoperto ;)

L'olfatto
Tanti gli odori che mi ero dimenticata!
- L'olezzo di cibo che viene dal supermercato a piano terra e che riesce a sbaragliare tutti i miei migliori propositi di dieta. Perchè quando sono le 10.00 e senti un profumino di gnocco appena sfornato, così fragrante che ti sembra di vedere i lardini sciogliersi sulla crosta croccante - e tu hai solo una pesca grinzosa per merenda - come puoi non guardare con occhio famelico anche la tastiera del computer??
- Il mix di fumo e caffè con cui posso fiutare StakanovCollega a un metro di distanza. La combinazione delle puzze che mi disgustano di più associate alla mia collega preferita: se non è coerenza questa!
- Il profumo dolciastro della moglie del capo che, tanto per gradire, lavora giusto nella scrivania attaccata alla mia. So di avere una specie di sindrome di Süskind e di essere infastidita più del normale dagli odori, però anche chi si fa il bagno nel profumo e poi lascia la scia dovrebbe darsi una regolata, no?

Il gusto
A proposito delle migliori intenzioni di dieta... Tornare al regime militare di lotta alle calorie è uno dei momenti che mi fanno capire che la vacanza è davvero finita. La mia ultima trovata è di concedermi solo frutta come spuntino. Peccato che pesche e prugne riempiano molto meno delle crepes alla nutella (per non parlare della poca soddisfazione, vabbè). Il risultato è che mangio più frutta di una scimmia e sì, lo so quanti zuccheri ha la frutta O_o

L'udito
Ah qui si rientra alla grande, con l'ultimo episodio del nostro Beautiful casereccio: il rocambolesco triangolo amoroso tra StakanovCollega, amante 1 e amante 2.
Ho l'impressione che Stakanov sia una di quelle persone perennemente impantanate in situazioni sentimentali tormentate, infatti in sole tre settimane di assenza i colpi di scena si sono succeduti a ritmo frenetico.
Non che io le presti molto il fianco per le confidenze: cerco in tutti i modi di mantenere il nostro rapporto sul piano puramente lavorativo. Ma Stakanov ha mille risorse per rendermi partecipe della sua vita, tra cui: litigare al telefono davanti a me e poi chiedere "hai sentito?", lanciare sospiri e mezzi commenti sperando che io raccolga e le chieda cosa c'è che non va, oppure direttamente iniziare a parlarmi dei suoi problemi mentre io sono intenta nelle mie faccende.
E' straordinario come davanti alla mia notoria freddezza - che con lei diventa gelo polare - ogni tanto Stakanov ci ricaschi: mi spinga all'angolo e mi rimbambisca con interminabili monologhi sulla sua vita privata. Per me è inconcepibile come si possa avere così poca cura della propria intimità e sbandierarla ai quattro venti, rifilandola a forza a chi è evidentemente disinteressato, invece di conservarla per chi ti è amico.
Evidentemente però Stakanov è più della teoria 'ndo cojo cojo, ovvero, basta avere un pubblico per le mie performance da drama queen, chi ne fa parte è un dettaglio.
Ed è così che l'udito è il senso messo più a dura prova in questo rientro di tarda estate ;)



P.S. Domani scade il termine del contest! 
Avete ancora un giorno di tempo per partecipare :)

giovedì 23 agosto 2012

L'Ariège

Mercoledì inizia con un “porca boia!” sussurrato. Mi volto borbottando nelle coperte finché trovo lo spiraglio d’uscita e metto a fuoco Mr Owl col cellulare acceso: saremo anche in vacanza ma il lavoro non ci molla così, nel giro di un paio di sms, gli viene confezionata una trasferta in Sicilia per la settimana successiva al nostro rientro, bell’e pronta che ci aspetta al varco.
Né è l’unica brutta notizia della giornata. Le grotte di Niaux* pare siano visitabili solo su prenotazione. E ovviamente la lista di attesa ha qualche spiraglio libero solo nei giorni in cui torneremo in Italia.

 * la cappella sistina dell’arte parietale, il capolavoro della pittura magdaleniana… Di cui immagino siate tutti appassionati ;) Io neanche, ovviamente (non saprei neppure localizzare esattamente il “magdaleniano”), ma m’intrippava troppo l’idea di entrare in queste grotte con scarponi e torcia e così, al buio, riscoprire a tentoni la fauna preistorica ritratta dagli uomini primitivi. Cosa volete farci, era uno degli apici del mio itinerario personale. 

Non vi dico la delusione! Io brontolo perché non riuscirò mai più a vedere il mammut peloso e Mr Owl è lì lì per rientrare nel pericoloso loop lavorativo. Urge una soluzione drastica e definitiva, rapida e infallibile. Una colazione coi fiocchi, ad esempio, senza dubbio la più porcosa che abbiamo fatto in tutta la vacanza :)

 
Mentre maciniamo brioches su brioches, e poi un altro cappuccino per favore, e magari anche un po’ di pane, che ci sono ancora burro e marmellata da finire, e già che ci siamo mi rabbocca la teiera di acqua calda? Grazie!
Dicevo, durante la piacevole ora (sì, avete letto bene) dedicata alla colazione costruiamo il nostro piano B.


mercoledì 22 agosto 2012

Il Roussillon e le chiese romaniche dimenticate

Il viaggio vero e proprio inizia martedì, quando di buon’ora lasciamo la Costa Azzurra diretti a sud.
Capisco di essere arrivata quando, lasciata l’autostrada, mi sembra di essere tornata all'estate del 2005 e al mio trasferimento nell'angolo più dimenticato della remota Aragona. Non c’è bisogno di leggere su un manuale di storia che il Roussillon è stato possedimento spagnolo fino a metà 600: l’impronta catalana è ovunque, nella natura sempre più brulla e nei minuscoli paesini semideserti da città fantasma sudamericana.

Quasi per caso vediamo la nostra prima fortezza catara: Quéribus, abbarbicata sulla roccia.


Sembra uno sperone di montagna ma aguzzando la vista si scorge il castello. Pare scolpito tanto si fonde alla perfezione col monte, come se nascesse naturalmente dalla roccia.
Quéribus fu l’ultima roccaforte catara a cadere nel 1255. Non stupisce che durante la crociata albigese gli eretici in fuga si cercassero rifugio spingendosi fin sulle creste più impervie di queste inospitali montagne, da sempre terra di frontiera e storico rifugio per esiliati, perseguitati e “scomodi” di varia natura (templari compresi, nel caso qualcuno fosse interessato ;))